Unhcr, Filippo Grandi nuovo Alto Commissario

Filippo Grandi

Filippo Grandi

ROMADal primo gennaio è iniziato il mandato quinquennale di Filippo Grandi come nuovo Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). Funzionario delle Nazioni Unite che ha lavorato nel settore dell’asilo e degli affari politici in Medio Oriente, Africa e Asia, Filippo Grandi succede ad António Guterres, il cui mandato, durato più di 10 anni, si è concluso la settimana scorsa.
Filippo Grandi, 58 anni, italiano, ha lavorato negli affari internazionali per oltre trent’anni, 27 dei quali con le Nazioni Unite. E’ stato a capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa), e ancor prima ha lavorato per la Missione di Assistenza Onu in Afghanistan (Unama) in qualità di vice rappresentante speciale, a seguito di una lunga carriera con l’Unhcr in Africa, Asia, in Medio Oriente e presso il quartier generale dell’organizzazione a Ginevra.

L’Alto Commissario Grandi, arrivato oggi nel quartier generale dell’Unhcr di Ginevra, assume questa posizione in un momento di sfide senza precedenti nel campo delle migrazioni forzate. Un numero record di persone nel mondo sono costrette a fuggire da guerre e persecuzioni, tra cui più di un milione di rifugiati e migranti che hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l’Europa nel corso dell’anno appena passato. Tra le altre sfide si evidenziano le gravi carenze negli aiuti umanitari soprattutto in termini di fondi, il numero più basso di rimpatri volontari degli ultimi trent’anni, il tempo di permanenza in esilio che tende sempre più ad allungarsi, e in molti paesi una maggiore politicizzazione delle questioni relative ai rifugiati.

L’Unhcr sta navigando in acque straordinariamente difficili – ha dichiarato Grandi -. È molto pericolosa la combinazione di molteplici conflitti e i conseguenti esodi di massa, insieme con le nuove sfide per l’asilo, il divario tra le esigenze umanitarie e le risorse a disposizione e la crescente xenofobia. La strada da percorrere è molto impegnativa, ma spero che – lavorando con i governi, la società civile e altri partner – faremo progressi nel garantire protezione internazionale e nel migliorare le condizioni di vita di milioni di rifugiati, sfollati interni e apolidi. Spero anche che le soluzioni alle crisi relative alle migrazioni forzate verranno perseguite con rinnovata determinazione, affrontando le cause profonde e investendo adeguate risorse politiche e materiali. L’Unhcr, il cui mandato comprende la ricerca di soluzioni, è pronto a lavorare con tutti coloro che perseguono questo obiettivo”.

L’Unhcr lavora in tutto il mondo per proteggere, assistere e trovare soluzioni a favore di persone rifugiate, sfollate interne e apolidi. Sono 9.700 gli operatori dell’Agenzia dislocati in 126 paesi, molti dei quali operativi nelle emergenze umanitarie e in prossimità delle zone di conflitto. Nel giugno del 2015 le migrazioni forzate a livello mondiale hanno raggiunto il livello più elevato dopo la seconda guerra mondiale, con 59,5 milioni di persone. Da allora in avanti le migrazioni forzate hanno continuato ad aumentare, dato che si è reso più evidente con la situazione di oltre un milione di rifugiati e migranti che hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l’Europa nel corso del 2015. (Redattore Sociale)

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