Richiedenti asilo, a Bologna in 270 faranno volontariato

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BOLOGNA – Nelle prossime settimane 270 richiedenti asilo potranno svolgere lavori di volontariato. Si tratterebbe di più dell’80 per cento del totale (334) delle persone accolte nelle strutture di seconda accoglienza della città. La decisione arriva 3 mesi dopo la firma del protocollo tra Prefettura di Bologna, Regione, Anci, mondo del terzo settore e sindacati: i profughi, nell’attesa di ottenere lo status di rifugiato politico, potranno così dare il proprio contributo alla comunità che li accoglie, lavorando gratuitamente. “Diciamo che 270 è il tetto massimo delle persone potenzialmente coinvolte, per iniziare ci basterebbe partire da numeri più piccoli – commenta Amelia Frascaroli, assessore comunale al welfare –. Siamo sicuri che, una volta partiti, il passaparola farà il resto: ci aspettiamo una grande contaminazione”.

I progetti interessati sono 45 e riguardano vari ambiti: 14 sono i laboratori formativi, 10 quelli artistici e 21 i manuali. Tutti già in essere, pronti a coinvolgere anche i richiedenti asilo, chiamati a  gestire spazi verdi e campi sportivi. C’è chi si dedicherà all’orticoltura e chi imparerà a riparare le biciclette. Ci sarà chi si occuperà di educazione stradale, chi guiderà i risciò e anche chi assisterà le persone con disabilità.

Per dar corpo al protocollo, la Regione aveva messo a disposizione 100mila euro per le spese assicurative e per le spese vive del materiale per le attività. La città metropolitana di Bologna, così, ha istituito un bando per gli enti che avessero progetti. “Come amministrazione ci siamo molto impegnati per far circolare il bando – sottolinea l’assessore –, ed è una bellissima soddisfazione riscontrare tutto questo interesse. Molte realtà, poi, hanno in cantiere iniziative co-progettate per ampliare il ventaglio di possibilità lavorative, anche se gratuite”. In tutto, al capoluogo sono stati concessi contributi per 10mila euro (4.400 per le spese vive, 4.600 per quelle assicurative). Come Bologna, anche Reggio Emilia ha promosso un bando, mentre altri comuni minori hanno appoggiato percorsi già in essere. Modena e Rimini, invece, non sono nemmeno ricorsi al contributo messo a disposizione della Regione.

Come detto, i soggetti di seconda accoglienza a oggi accolgono 334 persone (816 nella provincia) divise tra Villa Aldini (che può accoglierne un centinaio), centro Zaccarelli (40), la struttura di via Milliario (40/50) e Villa Pallavicini (una trentina), gestita dalla Curia, oltre tutte le altre strutture aperte grazie ai bandi della Prefettura (l’ultimo per l’assegnazione per l’anno in corso di 750 posti risale a pochi giorni fa). “Nell’arco di un mese contiamo di incontrare tutti i gestori delle strutture di seconda accoglienza per illustrare per bene la proposta – spiega Frascaroli –, in modo poi da essere pronti per partire”. (Redattore Sociale)