Palazzina occupata, sgombero e incidenti a Bologna

Foto da bologna2000.com/

BOLOGNA – Via Irnerio completamente bloccata (con conseguenti disagi sul traffico), un significativo schieramento di forze dell’ordine e manifestanti in strada. Così questa mattina a Bologna, dove è andato in scena lo sgombero della palazzina occupata di via Irnerio 13, di proprietà del Sant’Orsola. Le operazioni sono iniziate presto, rallentate dalla presenza di alcuni occupanti sia all’interno dello stabile che sul tetto. Nel frattempo, in strada, si sono verificati tre momenti di contatto tra manifestanti e agenti nei pressi dell’incrocio tra via Irnerio e via Capo di Lucca: gli agenti hanno usato i manganelli e un paio di attivisti mostrano segni di contusione. “Frascaroli dove sei?”, è uno dei cori scanditi dal presidio, che dunque ha chiamato in causa il Comune e in particolare l’assessore al Welfare, Amelia Frascaroli. Un portavoce di Asia-Usb ha affermato al megafono che all’interno erano ancora presenti “e resistono” una quarantina di persone, mentre due sono salite sul tetto. Nei giorni scorsi, sempre Asia aveva dichiarato che nello stabile dell’occupazione vivevano anche circa 15 minori.

Una volta abbandonata la palazzina di proprietà del Sant’Orsola, dopo lo sgombero, gli occupanti “non si sono lasciati scoraggiare ma anzi si sono barricati nella chiesa in via Irnerio, all’incrocio con via Mascarella”. Lo annuncia via Facebook proprio il sindacato Asia-Usb. Aggiungendo: “Di fronte alla chiusura totale delle istituzioni comunali di Bologna, ora vogliamo che sia il vescovo a farsi mediatore di una trattativa con l’amministrazione”. Poco prima il vescovo Matteo Zuppi, a margine di un’iniziativa delle Acli, aveva preferito non rilasciare commenti sullo sgombero. Poi, ad una domanda sul blitz nella chiesa, si è limitato a rispondere: “È una cosa che non so, quando è il momento vediamo”. Alla stessa iniziativa era presente anche l’assessore comunale al Welfare, Amelia Frascaroli, che in merito all’epilogo dello sgombero ha spiega che nell’immobile di via Irnerio “c’erano nove famiglie, per quello che è risultato ai servizi sociali che erano fuori ad aspettarli. Una famiglia soltanto ha chiesto di essere presa in protezione”. Erano dieci i minori presenti, cinque dei quali appartenenti alla famiglia che si è affidata ai servizi sociali: “Gli altri – ha aggiunto l’assessore – sono andati con i genitori da qualche altra parte, non so dove”.

I due manifestanti (un occupante e un rappresentante di Asia-Usb) che sono saliti sul tetto della palazzina di via Irnerio 13 a Bologna, in corso di sgombero da questa mattina, invece resistono. A quanto si apprende, i due sono le uniche persone ancora presenti nell’edificio, mentre gli occupanti, sette nuclei familiari per un totale di circa 40 persone (tra cui 12 minori), sono stati fatti uscire. Dei sette nuclei, fa sapere la responsabile del Servizio Minori, famiglie, tutele e protezioni del Comune Annalisa Faccini, per il momento “solo uno ha accettato una sistemazione di emergenza”.

Le reazioni. Sull’occupazione di via Irnerio, sempre via Facebook l’assessore comunale al welfare Amelia Frascaroli aveva detto la sua: “E’ doveroso segnalare che l’esito di questo sgombero è dovuto alla scelta di Asia-Usb che hanno negato in qualsiasi modo l’accesso in tempo utile dei servizi sociali perché potessero verificare la situazione dei singoli occupanti e soprattutto dei minori. Con una scelta meno miope e meno ‘politicizzata’ si sarebbe arrivati ad un graduale accompagnamento delle persone effettivamente bisognose in alloggi di protezione”. L’assessore ha assicurato che “il lavoro dei servizi sarà invece svolto da oggi garantendo la protezione immediata a chi ne ha diritto”.
Da parte sua Federico Martelloni, candidato sindaco di Coalizione civica, commenta lo sgombero facendo il verso allo slogan di Virginio Merola: “Questa è la Bologna che non mi piace. Quando la politica fallisce a pagare son sempre i più deboli, mentre a palazzo va in scena il copione di sempre: sgombero, alzata dei ponti levatoi, difesa del fortino dalla plebaglia, a dimostrazione di un’amministrazione distante dalla città ed evidentemente incapace di andare oltre la logica dell’emergenza”. E ha aggiunto: “La politica degli sgomberi assomiglia ad una grande rimozione: sgombero un problema così non sono costretto più a vederlo, a gestirlo, salvo ricomparire poco più in là, in una sequenza infinita di errori”.

Un altro candidato sindaco, il pentastellato Massimo Bugani era stato invece al tavolo fra Asia e Frascaroli 10 giorni fa e lì, ricorda, “erano state fatte promesse reciproche, quindi ora chiedo cosa è stato fatto dopo quell’incontro. I servizi sociali sono entrati nello stabile? I tecnici hanno fatto rilevazioni sulla solidità della struttura? Si sono liberati immobili per soluzioni di emergenza?”. Domanda anche che soluzioni sono state messe in pista, “oppure la Prefettura e l’amministrazione stanno semplicemente buttando in strada altro dolore e altra disperazione?”. Le occupazioni, scandisce Bugani, “sono illegali, ma se non offriamo soluzioni a questa onda in continua crescita di persone sfrattate, disperate e nullatenenti, a breve la tensione esploderà e sarà a rischio la coesione sociale”.
Per questo rilancia le proposte del M5s: reddito di cittadinanza “subito” in Italia “e serie politiche comunali e regionali per affrontare la perenne emergenza”.  (Agenzia Redattore Sociale)