Malati di cancro a Crotone, arrangiatevi!

La seconda parte del reportage a puntate che wereporter.it dedica all’incidenza delle patologie tumorali nel territorio crotonese. In particolare, questo articolo è dedicato ai problemi che i pazienti oncologici di Crotone devono affrontare per sottoporsi alla radioterapia. Un viaggio verso Catanzaro a proprie spese. Ogni giorno. Da soli. Con qualche “angelo” che li aiuta. (LEGGI LA PRIMA PUNTATA CLICCANDO QUI)

 

(di Francesca Caiazzo) CROTONE – La chiamano il bisturi invisibile per la sua capacità di intervenire sulle cellule cancerose impedendo loro di proliferare. Secondo l’AIRC, viene eseguita – da sola o associata ad altri trattamenti quali la chirurgia e la chemioterapia – su 4 pazienti su 10 con tumore. Quasi la metà delle persone che lotta contro un cancro, quindi, deve sottoporsi alla Radioterapia. Si tratta di sedute di pochi minuti che però vanno effettuate in maniera consecutiva, ogni giorno per un numero di settimane stabilite dal medico specialista.

Considerando che il dottor Giuseppe Brisinda, primario del reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Crotone, ha recentemente dichiarato di aver eseguito, nel solo 2016, 350 interventi per patologie tumorali maligne, è ragionevole affermare che 140 di questi pazienti sono stati o saranno sottoposti a radioterapia. Ai quali vanno aggiunti i numerosi pazienti che hanno scelto di essere operati in altre strutture dentro o fuori regione.

L'intervista a Brisinda
L’intervista a Brisinda

Peccato che nelle strutture pubbliche del crotonese la Radioterapia non esista e i pazienti che hanno bisogno di effettuare delle sedute devono recarsi presso l’Azienda Ospedaliera “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro. “Ogni anno trattiamo circa 1.200 pazienti provenienti dalla province di Catanzaro, Crotone e Vibo oltre che dal Basso Jonio Cosentino e dell’Alto Jonio Reggino” ci spiega Tonino Princi della segreteria del reparto catanzarese. “Dal territorio crotonese – aggiunge – proviene circa il 20% dei pazienti trattati”.  Per chi arriva in pullman nel capoluogo di regione è previsto un servizio gratuito di navetta per raggiungere il reparto di radioterapia, previo contatto con la segreteria.

Parliamo, dunque, di circa 240 malati oncologici crotonesi costretti ogni anno a viaggiare. E il viaggio è, manco a dirlo, a spese del paziente. Nessun servizio di trasporto e/o assistenza è previsto dall’Asp di Crotone.

Così, la speranza di guarire corre lungo la statale 106. Ogni giorno 160 km tra andata e ritorno sulla strada della morte per sperare di non morire. Ironico, no? Un’altra beffa che il destino riserva ai crotonesi.

“Siamo lasciati nelle mani di Dio” ci dice una dipendente dell’Asp alla quale chiediamo informazioni. E’ molto arrabbiata perché di recente ha perso suo padre. A causa di un tumore.

LE ASSOCIAZIONI. Che cosa voglia dire viaggiare ogni giorno lo sanno benne i volontari dell’associazione Cirenei Oggi Onlus di Isola di Capo Rizzuto, che avendo vissuto personalmente o in famiglia il dramma cancro hanno deciso di mettersi a disposizione di chi si trova ad affrontare la stessa lotta. Ogni mattina alle 7.30 sono di fronte all’ospedale. Col loro pulmino da 7 posti accompagnano i pazienti che hanno bisogno della radioterapia a Catanzaro. “Partiamo anche con un solo paziente” ci racconta Nunzio Cambareri. E’ lo stesso reparto di Oncologia di Crotone che mette in contatto i malati con l’associazione. Il servizio che viene espletato gratuitamente è frutto di una vecchia convenzione stipulata con la Provincia di Crotone, alla quale aveva aderito anche l’Unità Oncologica del “San Giovanni di Dio” di Crotone.

1_assegnoNel 2011 il presidente Stano Zurlo, i membri della giunta e il presidente del Consiglio provinciale si autotassarono devolvendo il 10% delle loro indennità a un fondo di solidarietà sociale. Grazie a quel fondo l’ente intermedio consegnò all’associazione un assegno da 35 mila euro utile a garantire “le necessarie economie per il trasporto dei malati oncologici dal presidio ospedaliero di Crotone al centro radioterapico e diagnostico di Catanzaro”. Da allora, di anni, ne sono passati quasi sei. Nel frattempo è intervenuta la riforma Delrio, molte cose sono cambiate a via Mario Nicoletta e l’associazione non ha trovato altri sponsor. Ma non si é tirata indietro. Va avanti grazie al buon cuore degli stessi pazienti che contribuiscono con offerte libere e volontarie. Vista la richiesta che c’è, “sarebbe bello avere un mezzo con più posti a sedere ma non ce lo possiamo permettere” ammette Cambareri.

Nel 2013, la Confartigianato di Crotone mise a disposizione dell’amministrazione comunale guidata dall’allora sindaco Peppino Vallone, un pulmino da utilizzare per finalità sociali. Il Comune decise di donarlo alla Lilt provinciale proprio per effettuare il trasporto verso la radioterapia di Catanzaro. Venne convocata una conferenza stampa con tanto di cerimonia di consegna.

“Eravamo entusiasti perché nelle nostre intenzioni volevamo affiancare i volontari dei Cirenei Oggi” ci spiega il presidente dell’associazione, Damiano Falco “peccato che quel veicolo non è mai stato realmente nelle nostre disponibilità”. Falco ci spiega che il Comune non avrebbe contribuito in alcun modo all’espletamento del servizio di trasporto dei pazienti: “Avrebbe messo a disposizione il mezzo – che tra l’altro gli era stato donato – e pagato l’assicurazione. Questo è tutto. Ma le spese di carburante, di manutenzione e di gestione sarebbero ricaduti sulla nostra associazione che non era grado di potervi fare fronte”. Inoltre, nella convenzione che Comune e Lilt avrebbero dovuto firmare, era previsto che l’associazione non avrebbe potuto ricevere alcun contributo anche volontario da parte dei pazienti trasportati. Insomma, non se ne fece più niente e il pulmino è rimasto parcheggiato fino a qualche mese fa. Grazie a una recente convenzione con la Croce Rossa e con l’Unitalsi ora almeno è utilizzato per il trasporto scolastico per i bambini disabili.

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La notizia pubblicata sul sito del Comune di Crotone

I COMUNI. Di fronte alle nostre domande, l’assessore alle politiche sociali di Crotone, Alessia Romano, allarga le braccia. Non ci sono soldi. La Regione ha persino tagliato del 40% e vincolato i fondi sull’assistenza domiciliare per la non autosufficienza.  “Cosa ci facciamo con queste briciole per il sociale in un territorio fragile come quello crotonese?” Già, si rischia di innescare una guerra tra poveri. Ma questa dell’assistenza domiciliare è un’altra storia, che tratteremo più in là in un articolo dedicato.

A Isola di Capo Rizzuto, invece, l’amministrazione comunale ha previsto una specifica voce di bilancio per l’assistenza ai pazienti oncologici. Per il periodo 2015-2016 ha messo in campo 70 mila euro. Grazie a questi fondi è stato possibile garantire il servizio di trasporto – affidato alla Misericordia – verso strutture regionali (compreso il reparto di radioterapia del Pugliese Ciaccio) ed extraregionali a una sessantina di cittadini malati di cancro. “Ci è capitato anche di pagare il biglietto per un paziente e un suo accompagnatore per raggiungere una struttura del Nord Italia – ci spiegano dall’ufficio Servizi Sociali – e, laddove ci siano le condizioni, il Comune contribuisce all’acquisto dei farmaci non garantiti dal Sistema Sanitario Nazionale”. Dal 2012 ad oggi, sono tante le situazioni che il Comune di Isola ha cercato di gestire per agevolare la vita ai pazienti oncologici: “Non sempre riusciamo a far fronte a tutte le richieste”. E questo, in un paese dove ci si conosce tutti, fa male. Anche perché “spesso siamo intervenuti per risolvere vere e proprie emergenze in favore di persone che poi purtroppo non ce l’hanno fatta”.

MALATI ABBANDONATI. Che tu sia una giovane mamma con figli piccoli, un anziano solo, un padre di famiglia; che tu sia residente a Crotone, Caccuri o Petilia Policastro, non importa: in questa provincia se ti ammali di cancro, devi arrangiarti. E come raggiungere l’ospedale di Crotone per sottoporti ai ciclo di Chemioterapia o peggio Catanzaro per la Radioterapia, sono affari tuoi. Il peso economico e sociale della malattia ricade così completamente sulla famiglia del paziente, costretta a sconvolgere la propria vita, le proprie abitudini per dedicarsi totalmente al proprio caro. Il più delle volte impreparata ad affrontare la battaglia contro un male che logora il corpo e l’anima. Da una parte la sofferenza personale, spesso silenziosa, dall’altra l’indifferenza degli enti pubblici che fa molto più rumore.

Perché averci abbandonati a noi stessi con il nostro enorme carico di dolore è una vergogna assai più grave dell’averci  quasi certamente avvelenati.

“Il vero scandalo è che Crotone non sia dotato di un acceleratore lineare (l’apparecchiatura in grado di produrre le radiazioni per la radioterapia, ndr)” ci ha detto un medico dipendente dell’Asp.

Per questo di altre due colline di veleni (visto che la passeggiata degli innamorati non ci è bastata…), di un teatro del sole e di una pista ciclabile non sappiamo che farcene. A Crotone abbiamo bisogno di salute. Qualcuno lo dicesse a Syndial il prossimo 11 gennaio durante la conferenza di servizi a Roma. Fosse mai che riusciamo a ottenerlo, un acceleratore lineare? (Fine seconda parte)