(VIDEO) Misericordia Isola di Capo Rizzuto, De Stefano: “Operatori costretti a restituire in nero parte dello stipendio”

video-intervista di Sergio Angrisano per SINAPSI NEWS

La Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia sarebbe stata a conoscenza da 11 anni di anomalie nella gestione del Cara di Isola di Capo Rizzuto gestito dalla locale Misericordia. L’accusa arriva da Giuseppe De Stefano, già vicepresidente nazionale della Confederazione, che negli ultimi giorni sta rilasciando diverse interviste in cui spiega come già dal 2006, fu lui stesso a portare sul tavolo le problematiche riscontrate nella gestione amministrativa e non solo della Fraternita guidata da Leonardo Sacco, finito in carcere il 15 maggio scorso insieme ad altre 67 persone nell’ambito dell’inchiesta Jonny, che ha rivelato l’interesse della cosca Arena nella gestione del centro di accoglienza S. Anna.

Una relazione, quella redatta da De Stefano, che venne praticamente ignorata. Eppure, stando a quanto racconta, evidenziava fatti gravi sui quali si è deciso di soprassedere. Come ad esempio, il trattamento economico degli operatori della Misericordia di Isola di Capo Rizzuto: “alcuni ragazzi che lavoravano per l’associazione si vennero a lamentare da me, affermando di essere taglieggiati sullo stipendio. Su circa 1.000 euro netti erano costretti a restituire in nero il 15-30 per centoha detto al giornalista di Tempi. Della vicenda sarebbe stato informato anche “il presidente nazionale Gianfranco Gambelli, che raccolse le testimonianze dei ragazzi, ma preferì minimizzarne la portata”, spiega De Stefano, il quale si rivolse poi al cardinale di Firenze, Ennio Antonelli, che avrebbe partecipato da lì a poco alla riunione del direttivo della Confederazione. Così, dati alla mano, De Stefano espose “le inquietanti anomalie riscontrate nella gestione del centro immigrati di Capo Rizzuto all’assemblea”. Nulla però cambiò: “Sacco, all’epoca giovanissimo e già presidente dell’organizzazione locale, si difese caparbiamente sostenendo di iscrivere tutto in bilancio e il cardinale si lasciò convincere”.

Da quel momento, per De Stefano, le cose cambiano: “Dopo quel mio intervento in consiglio, ebbe inizio un profondo contrasto tra me e la dirigenza, che si concluse con l’elezione nel 2011 di Roberto Trucchi a presidente nazionale della Confederazione delle Misericordie e dello stesso Leonardo Sacco a vicepresidente”. E quando il giornalista gli chiede come riuscì Sacco ad ottenere un incarico così importante, De Stefano risponde che “la sua forza era direttamente proporzionale al suo peso economico, pari ad almeno un quarto del nostro bilancio complessivo. Al nazionale spetta, infatti, il 5 per cento delle entrate delle articolazioni locali. Sacco ha continuato a ricoprire la carica fino ad un anno fa e rieletto consigliere il giorno prima del suo arresto”.

De Stefano ha anche annunciato di voler consegnare quella relazione alla Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri.