Servizio civile, anche la Francia punta sul sistema “universale”

ROMA – In un discorso ai giovani pronunciato lo scorso 11 gennaio alla “Maison de la Radio” a Parigi, il Presidente francese François Hollande è tornato a parlare di un ampliamento in chiave “universale” del Service Civique. “Ho annunciato in occasione degli auguri di fine anno – ha ricordato Hollande -, l’allargamento del servizio civile perché voglio consentire a tutti i giovani di fare questa esperienza. In tre anni, riceverà la metà di una classe di  età, quasi 350.000 giovani all’anno, invece dei circa 120.000 attuali. L’obiettivo è di arrivare passo dopo passo verso l’universalità dopo il 2020, cosicché in questo lasso di tempo, un’intera generazione di giovani abbia fatto il servizio civile”. Per questo il Presidente francese si è impegnato ad aumentare il bilancio, passando “dai € 300 milioni di oggi a poco a più di un miliardo nel 2018”.

Hollande ha anche annunciato l’intenzione di “rafforzare l’Agenzia del Service Civique che diventerà un Alto Commissariato posto direttamente sotto la direzione del Primo Ministro, perché crediamo che questo sia il giusto livello perché ci sia la mobilitazione del Governo nel suo complesso, dei ministeri e tutte le amministrazioni decentrate”. Questo Alto Commissariato, ha poi spiegato il Presidente francese, avrà “piena autorità” in modo che possa essere rapidamente aumentato il numero di “missioni” a disposizione dei giovani e la risposta alle loro richieste.

Intervistato a sua volta dalla rivista “Capital”, il Presidente del ’Agenzia del Service Civique, François Chérèque, ha spiegato come un ruolo fondamentale nell’aumento delle “missioni” a disposizioni dei giovani lo avranno i 6.000 enti accreditati, in particolare quelli pubblici. “Il Ministero della Cultura si è impegnata a sviluppare 16.000 nuove missioni nel 2016 – dettaglia Chérèque -, 3.000 Il Ministero degli Interni mentre il Ministero della Pubblica Istruzione ne ospiterà 10.000 entro il prossimo anno scolastico. Ugualmente il Ministero della Salute e quello dello Sport attiveranno rispettivamente 25.000 e 15.000 missioni entro il 2017”. In questi progetti i giovani potranno  – ad esempio -“scoprire il mondo ospedaliero e il sostegno agli anziani, oppure essere accolti nelle Prefetture a svolgere un ruolo di supporto a determinate categoria in difficoltà (ad esempio i richiedenti asilo al momento delle procedure amministrative)”, spiega ancora Chérèque, che ricorda come scopo del Service Civique sia “formare i giovani alla cittadinanza” e permettere che essi “scoprano o confermino la propria vocazione lavorativa”.

“Il 75% dei giovani che ha svolto il Service Civique – ricorda – ha riferito di essere in formazione o di aver trovato un lavoro a sei mesi dal termine del servizio. Inoltre è evidente come questo tipo di esperienza di solidarietà sociale porti ad avere qualcosa in più su un curriculum, assieme ad altri benefici a livello personale: la costruzione di una rete, lo sviluppo di autonomia, la fiducia in se stessi…”.

Per il Presidente dell’Agenzia nazionale il piano di Hollande non è ambizioso, anzi, al contrario: “Già oggi registriamo quattro candidati per ogni posizione. Siamo ‘vittime del nostro successo’, e quindi siamo in grado di soddisfare la crescente domanda da parte dei giovani”. Tuttavia per Chérèque occorre anche migliorare l’intero sistema: “Oggi il servizio civile va dai 6 ai 12 mesi, per un costo medio di 815 euro al mese a carico dello Stato (comprensivo del compenso di 573 euro netti ai giovani, cui si aggiungono gli oneri sulla formazione e i 106 euro versati all’organismo che riceve il volontario)”. “Perché non prendere in considerazione una durata di missione più breve per ottimizzare il sistema? Occorre inoltre studiare modalità per attirare sempre più giovani senza un diploma (oggi il 17,5% dei volontari) e con diploma professionali (il 7% dei candidati), il cui numero rimane ben al di sotto dell’obiettivo originariamente fissato”, conclude il Presidente dell’Agenzia del Service Civique. (Redattore Sociale)