Palermo, sit-in delle famiglie senza casa: appello al vescovo

Le famiglie che protestano (Foto di Agenzia Redattore Sociale)

PALERMO – Hanno manifestato davanti al palazzo arcivescovile di Palermo e alla cattedrale per chiedere aiuto al vescovo don Corrado Lorefice affinchè l’amministrazione comunale non proceda agli sgomberi degli immobili che occupano per necessità. Sono 27 famiglie palermitane con alle spalle storie di disagio e povertà che attualmente occupano quattro edifici diversi in stato di abbandono.

Per le 27 famiglie dell’ex scuola Francesco Crispi al Cep, era già stato programmato lo sgombero  per giorno 13 che, in occasione della festa di santa Rosalia, è stato sospeso a dopo il festino.

Poi sarà la volta di sgomberi previsti per altre famiglie nelle settimane e nei mesi che seguiranno: ci sono le famiglie senza casa che occupano la scuola Deledda, anche questa abbandonata da anni, ci sono le famiglie che occupano l’ex centro giovanile di Borgo Nuovo e le famiglie di via Attinelli che dopo quasi venti anni rischiano di perdere le case in cui abitano.

Tra di loro questa mattina era presente anche la famiglia Diliberto con il piccolo Luigi affetto dalla sindrome di Franceschetti, una malattia rara progressiva che a poco a poco sta fortemente debilitando il bambino. Questa mattina la consegna di una lettera all’arcivescovo di Palermo che ha voluto ricevere un piccolo gruppo di rappresentanti delle famiglie.

“Chiediamo di incontrarla alla vigilia della festa di Santa Rosalia perché in nome della santa dei poveri si possa ottenere – scrivono nella lettera rivolta all’arcivescovo e sottoscritta dalle famiglie senzacasa, il comitato 12 luglio e il Sunia -, attraverso la sua mediazione, un tavolo tecnico permanente attorno a cui programmare con le rappresentanze della amministrazione comunale, con le parti sociali alla presenza della Curia, le soluzioni al drammatico problema della casa che ha colpito in maniera dilagante questa città, il cui impoverimento non si arresta!”

“I senza casa sono oltre 3000, tra cui immigrati e palermitani che vivono ai margini della società senza alcun ammortizzatore sociale – continua la lettera – . Una delle cause della situazione di abbandono in cui vivono le nuove povertà è, certamente, la mancanza di una politica sociale e di una sua progettualità. Vorremmo con la Caritas e con le forze sociali dare il nostro contributo di esperienze e di progettualità per arginare la deriva in cui si trova la nostra città! Le famiglie povere palermitane e straniere aspettano da questa celebrazione un segnale di speranza per il futuro dei loro figli!”.

Al termine della mattinata l’arcivescovo don Corrado Lorefice ha voluto incontrare una delegazione in rappresentanza delle famiglie. Secondo quanto riferiscono le famiglie l’arcivescovo, accogliendo le richieste di aiuto, si impegnerà nei prossimi giorni ad interpellare ancora una volta il sindaco Orlando e l’assessore Ciulla per invitarli a valutare altre soluzioni prima di procedere allo sgombero effettivo degli immobili che lascerebbe disorientati e senza punti di riferimento parecchie famiglie tutte con figli anche piccoli. Tra le famiglie un’attenzione particolare il vescovo l’ha voluta avere per la famiglia del piccolo Luigi di cui ha appreso con meraviglia che ancora il comune non abbia dato risposte esaurienti.

“Don Corrado con molta amarezza e grande stupore – racconta Elisabetta Ventimiglia mamma di Luigi – ha appreso che ancora nei nostri confronti non è stata presa alcuna decisione. In questo momento siamo in perenne attesa che qualcosa si muova e non riusciamo a capire da che cosa dipenda tutto questo immobilismo. Per quanto mi riguarda è da parecchi mesi che ci chiedono documentazioni di ogni tipo che riguardano noi e anche il piccolo Luigi. Non facciamo  altro che telefonare ai funzionari, passare continuamente da un ufficio all’altro e tutto questo sembra una grande presa in giro. Ci sentiamo in una palude”.

La famiglia di Luigi, secondo quanto infatti prevede la nuova modifica del regolamento per l’assegnazione dei beni confiscati che riconosce la priorità ai nuclei familiari con la presenza di figli con disabilità, avrebbe tutte le carte in regola per potere ottenere finalmente una casa dignitosa. (Agenzia Redattore Sociale)