Migranti, appello Unicef per minori

minori stranieri non accompagnati

Bambini afgani appena sbarcati sull'isola greca di Lesbo, nel mare Egeo - ©UNICEF/NYHQ2015-2528/Gilbertson

PALERMOProtezione e cure garantite ai minorenni durante le fasi di salvataggio e trasferimento, nessuna forma di detenzione collegata allo status di migrante, diritto di richiedere protezione internazionale, conformità delle strutture d’accoglienza agli standard minimi per la tutela di bambini e adolescenti, procedure adatte all’età del minorenne, operatori adeguati per numero e specifica competenza, pieno rispetto del fondamentale principio del superiore interesse del bambino, decisioni orientate alla riunificazione o non-separazione familiare se coerenti con l’interesse del minorenne. Sono alcune tra le raccomandazioni contenute nell’appello di Palermo, il documento rivolto agli operatori degli Hotspot e lanciato oggi dall’Unicef e dall’Intergruppo per i diritti dell’infanzia del Parlamento Europeo. Con questo obiettivo l’Unicef, questa mattina presso il Tribunale per i minorenni proprio di Palermo, ha presentato il documento che nei suoi dieci punti chiede di attivare nuovi percorsi che aiutino i minori stranieri. La proposta è stata resa nota all’interno della tavola rotonda sul tema “Enhancing respect for children’s rights in the Eu Agenda on migration”.

A lanciare le sue provocazioni sul tema è stato inizialmente, nel suo saluto introduttivo, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. “Siamo chiamati ad applicare normative che non rispondono ai reali bisogni dei minori stranieri – afferma il sindaco -. Riguardo ai minori chiediamoci se li trattiamo come essere umani o come merce fastidiosa. La mobilità è un diritto umano inalienabile: finché non riconosceremo questo non andremo da nessuna parte. Il permesso di soggiorno oggi e uno strumento di tortura che andrebbe abolito perché è la nuova schiavitù moderna. L’obiettivo di eliminarlo sicuramente sarà frutto di un lungo cammino, ma spero che ci arriveremo. La nostra città con la Carta di Palermo lo ha in teoria già affermato. La globalizzazione è anche una mobilitazione di esseri umani che va accompagnata e seguita. L’identità non è una condanna né un privilegio ma è un atto supremo di libertà che non deve essere negata a nessuno”.

I minori sono una responsabilità di cui tutti dobbiamo farci carico. Sicuramente nell’ambito europeo sul piano della tutela ed accoglienza dei minori c’è ancora molto da fare e anche per questo si è formato l’Intergruppo sui diritti dei minori – sottolinea Caterina Chinnici, eurodeputata e co-presidente dell’intergruppo sui diritti dei minori -. L’istituzione degli hotspot pone questioni molto delicate in merito alle procedure di registrazione, riconoscimento ed eventuale rimpatrio, per cui trovo di estrema importanza che in questa fase iniziale siano attuate tutte le misure necessarie per garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali di ciascun migrante con particolare attenzione ai minorenni. Il lavoro europeo dell’Intergruppo con il supporto di Unicef è quello non solo di sollecitare nuove misure e interventi ma soprattutto di diffondere una giusta sensibilità su questo fenomeno. Bisogna analizzare le criticità per migliorare gli interventi e renderli sempre più adeguati ai loro bisogni. E’ questo deve avvenire già al momento della prima identificazione nell’hotspot. Un tema su cui agire è anche quello di seguire attentamente i movimenti dei minori stranieri che spesso allontanandosi dalle strutture fanno perdere le loro tracce. Per questo va sollecitata la possibilità di usare quei sistemi di monitoraggio che consentono di accertare i movimenti dei minori per incentivare una migliore tutela. E’ importante avviare una strategia globale indirizzata ad evitare che i minori scomparsi possano cadere nelle reti della criminalità. Ricordiamoci che, nel 2015, abbiamo avuto il 73% dei minori, soccorsi in mare, non accompagnati e non vanno dimenticate anche le piccole vittime dell’ultimo anno che sono state 700″.

“L’Europa deve confrontarsi con il problema dell’immigrazione da sempre – afferma Jean-Claude Legrand dell’Unicef. Oggi dobbiamo reinventarci tutto e l’accompagnamento dei minori richiede approcci nuovi per situazioni specifiche. Occorre dare risposte diverse a chi scappa da situazioni inaccettabili. Certamente, non basta puntare soltanto sulla prima ospitalità perché questi minori si muovono continuamente e vanno attentamente aiutati e monitorati“. “Il nostro documento che presto verrà presentato anche in altre sedi nazionali e internazionali vuole interagire per migliorare il sistema. Tra le priorità ci sono innanzi tutto l’obbligo dei singoli Stati di rispettare e fare rispettare i diritti dei minori e il dovere attivare la politica migratoria più rispettosa possibile”. “Chiediamoci anche se è giusto che i minori muoiano per avere il diritto alla protezione umanitaria? Chiediamoci se abbiamo soccorso opportunamente”.

“Tutti i minori – continua – hanno diritto di non essere relegati in centri di detenzione ma in realtà dove vengono garantiti servizi adeguati. La protezione internazionale deve essere riconosciuta a tutti. Nei centri di raccolta occorre cercare le soluzioni per avere le migliore risposte comunitarie che favoriscano più che l’inserimento in strutture quello in famiglie affidatarie. Inoltre, ad affiancare i minori deve esserci personale sufficiente e qualificato a livello nazionale e internazionale perché lavorare in emergenza non è un lavoro d’ufficio. Altre priorità sono ancor quelle di favorire il ricongiungimento familiare a tutto campo senza separazioni e migliorare i colloqui per la determinazione dell’età, interagendo culturalmente con loro. Per quanto concerne l’abuso e lo sfruttamento bisogna investire molto per evitare che i minori siano vittime di predatori senza scrupoli. Crediamo insomma che vada data una risposta di grande opportunità sociale e umana durevole. Non basta procedere alla lettera ma guardare al futuro di questi minori in una dimensione più ampia che veda principalmente il loro interesse”. (Redattore Sociale)

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