“Migranti abbandonati e invitati a rimpatriare”: la denuncia della Caritas

PALERMO – “Nel territorio di Agrigento, provenienti da Lampedusa e passando per Porto Empedocle, si assiste senza sosta al transito di gruppi di migranti ‘abbandonati’ a loro stessi in esecuzione di disposizioni di respingimento in quanto riconosciuti erroneamente ‘migranti economici’ e non richiedenti asilo. E’ auspicabile che tutte le organizzazioni internazionali preposte a dare la giusta informativa sui diritti si spendano concretamente al porto e negli hotspot per aiutare i migranti a dichiarare la loro posizione giuridica di rifugiato”.

La denuncia è della Caritas di Agrigento che dal mese di ottobre ad oggi ha aiutato, assistito e per quanto è stato possibile, ospitato e accompagnato un buon numero di migranti, originari dell’Africa sub-shariana tutti ‘potenziali richiedenti asilo’. Si è ormai definita, infatti, la prassi di accompagnare i migranti presso stazioni dei treni o dei bus perché adempiano ‘volontariamente’ all’invito a ritornarsene in patria entro il termine di 7 giorni da Fiumicino. Essendo persone che non possono pagarsi un biglietto di treno, alcuni di loro rischiano in proprio la vita seguendo a piedi i binari. In qualche modo dopo alcune segnalazioni la Caritas ha cercato di aiutarle in vario modo anche con alcuni interventi di mediazioni sociale e culturale. La stessa, però, non ha strutture ampie per poterli accogliere tuttti ma soltanto due rifugi per un massimo di 18 persone. Anche qualche parrocchia ha cercato di assistere i migranti.

“A parte le questioni di diritto che porterebbero a definire come illegittima la veloce procedura che porta al respingimento differito – sottolinea con forza il direttore della Caritas Valerio Landri – argomento che stiamo sollevando presso le più competenti sedi – ci si chiede dove sia l’opportunità e quali siano le motivazioni che spingono le istituzioni ad abbandonarli nelle stazioni dell’entroterra pur sapendo perfettamente che non sarà loro possibile prendere il treno senza un biglietto che certamente non potranno acquistare”. “È poi verosimile che, dopo aver attraversato deserto, violenze di ogni tipo e aver rischiato la morte, i migranti decidano di rientrare volontariamente in patria? Con quali soldi, poi? – continua Landri -. Sono ormai a centinaia le persone transitate dalla nostra provincia, respinte e ormai ufficialmente ‘clandestine’ senza diritti. Molti hanno presentato ricorso, tanti si sono affidati a trafficanti locali per proseguire il loro viaggio senza speranza”.

“Un sistema di governo che funzioni – tuona ancora Valerio Landri – deve prendere in carico la persona dall’inizio fino alla fine della sua permanenza in Italia. Il sistema del respingimento differito è una presa in giro e lo Stato lo sa benissimo. In questo modo non si fa altro che perpetuare lo stato di ‘clandestinità’ creata dallo stesso sistema, lasciando questi soggetti più deboli in balia di delinquenti e criminalità. Soprattutto non è pensabile che la chiesa e tutte le organizzazioni di volontariato possano tamponare questo buco enorme di prassi generato dallo Stato”.

Nei giorni scorsi nella notte è avvenuto l’ennesimo abbandono, questa volta alla stazione di Aragona Caldare, luogo fuori mano e lontano da occhi indiscreti. Il gruppo di migranti ha iniziato il suo cammino verso Agrigento, fermandosi all’ospedale San Giovanni di Dio per cercare riparo. Si sono riversati poi in centro città. Anche per loro è iniziato il difficile percorso di ricerca di un alloggio, di cibo, vestiti, di assistenza legale. I migranti ai volontari raccontano di aver firmato un “foglio notizie” del quale non comprendono l’esatto valore: un foglio che trasmesso senza alcuna informazione tende a trasformare potenziali richiedenti asilo in “migranti economici” da respingere, ma con un respingimento differito, ai sensi dell’art. 10 comma 2 del T.U. n.286 del 1998.

“Facciamo un caloroso invito alle istituzioni agrigentine – continua il direttore della Caritas Valerio Landri – a rivedere questa prassi di abbandono affinchè si attivino per una presa in carico integrale di quanti continueranno a sbarcare sulle nostre coste. Non si chiede una deroga alla legge, ovviamente, ma una sua piena attuazione nel rispetto della dignità dell’individuo”. “Da un lato abbiamo i racconti dei migranti – continua Landri – che ci dicono che le informazioni che gli vengono date non sono comprensibili e le ricevono appena sbarcati anche in un momento di particolare stanchezza comprensibile per il viaggio tragico che hanno affrontato e dall’altro le istituzioni che dichiarano di rispettare le regole. E’ una parola contro l’altra che però non ci fa andare avanti ma che deve essere affrontata nelle opportune sedi politiche “.

“La cosa urgente che più ci angoscia – continua – è quella di portare avanti una prassi che non riteniamo assolutamente etica. Non si possono continuare a lasciare decine di persone confuse ed abbandonate a loro stesse senza intervenire in maniera adeguata. In realtà nell’inerzia dello Stato, in questo vuoto c’è una sorta di para-stato che si sta attivando che è quella dei trafficanti di uomini senza scrupoli. Naturalmente lo Stato lo sa che un provvedimento di respingimento differito non avrà esecuzione perché è evidente che nessuno di loro si recherà a Fiumicino”. (Redattore Sociale)