Madri detenute, apre a Roma la prima casa famiglia

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ROMA – Aprirà a Roma in un edificio sottratto alla criminalità organizzata la prima casa famiglia per madri che devono scontare una pena detentiva. Sarà una struttura protetta senza sbarre dove i bambini fino a dieci anni potranno crescere serenamente con le loro mamme. Il progetto è interamente finanziato con 150 mila euro da Poste Insieme onlus.

Secondo i dati del ministero della Giustizia a luglio 2015 erano 33 le donne detenute insieme ai loro 34 figli, di cui 9 solo nel carcere di Rebibbia di Roma. Sono invece più di 100 mila i minori che hanno un genitore detenuto. “Una vergogna da superare” secondo il ministro della Giustizia Andrea Orlando che aveva preso l’impegno di arrivare a quota zero entro la fine dell’anno. Di fatto però i figli delle detenute continuano a vivere dietro le sbarre. Le madri nella maggior parte dei casi non hanno commesso reati gravi, ma restano recluse perché non hanno un domicilio alternativo, condizione necessaria per ottenere la detenzione domiciliare.

Sono ormai trascorsi quattro anni dall’approvazione della legge 62 del 21 aprile 2011 che ha istituito le Case Famiglie Protette. Qui avrebbero dovuto scontare la pena le donne incinte o con figli di età inferiore ai 10 anni, in regime di arresti domiciliari.

Il compito di aprire sul territorio queste strutture è stato affidato agli enti locali che dovrebbero anche finanziarle. La fondazione Poste Insieme Onlus ha voluto coprire i costi di avvio e di gestione della prima struttura che presto aprirà a Roma. Avvierà anche percorsi di reinserimento e di inclusione sociale delle donne detenute. La struttura avrà spazi destinati al gioco dei bambini e ai colloqui con gli operatori e con il resto della famiglia. Inoltre, le mamme potranno usufruire di una rete di sostegno esterna e dei servizi territoriali. (Agenzia Redattore Sociale)