Iran, Khamenei scrive ai giovani occidentali

Ayatollah Ali Khamenei

TEHERAN – La Guida suprema dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha indirizzato una lettera alla “gioventù dei paesi occidentali” – e diffusa attraverso il suo sito ufficiale – nella speranza che diventi un baluardo attivo contro il terrorismo globale, minaccia alla base del quale vede le responsabilità del comportamento “ambiguo” e “doppiogiochista” dei governi di Unione europea e Stati Uniti verso i paesi che compongono il Mondo arabo.

Gli orribili fatti verificatisi in Francia a causa del cieco terrorismo mi spingono a parlare una volta ancora alla gioventù”, scrive riferendosi alla lettera già pubblicata dopo la strage di Charlie Hebdo, a gennaio scorso. “D’altronde- prosegue la suprema guida politica e spirituale dell’Iran- se da fatti così dolorosi non si crea il terreno per trovare soluzioni di mutuo ascolto, allora il danno ne uscirà moltiplicato”.

Khameney quindi ribadisce che il terrorismo è “una preoccupazione comune” a tutti nel mondo, tuttavia chiarisce che quello che attraversano oggi le persone a Parigi e in Europa dopo il 13 novembre scorso non puo’ essere paragonato a quanto subiscono da anni i “popoli musulmani di Iraq, Yemen, Siria e Afghanistan”, e per “due ragioni importanti”: in primo luogo, secondo il leader iraniano, il mondo islamico è bersaglio del terrorismo in misura nettamente superiore per durata temporale, vastità dei territori colpiti e infine per numero di persone coinvolte. Secondo, tale violenza “purtroppo è stata sostenuta da certi poteri forti in vario modo”. Soprattutto dagli Stati Uniti- nemico storico della Persia- e da tutti quei paesi che si allineano alle sue scelte di politica estera: “Oggi in pochi sono a conoscenza del ruolo degli Usa nell’aver creato, armato e nutrito Al-Qaeda, i Talebani e tutti i loro successori”.

Khameney lancia così un duro attacco all’indirizzo di Washington, responsabile- a suo dire- non solo di aver favorito il proliferare di quegli stessi gruppi estremisti che oggi vuole combattere, ma anche di sostenere Israele– altro nemico giurato- “nelle sue politiche oppressive nei confronti del popolo palestinese”. “L’invasione militare del mondo islamico negli ultimi anni- prosegue il capo dello shiismo persiano- sono un’altra prova del comportamento contraddittorio dell’Occidente. I paesi attaccati, oltre ai danni umanitari subiti, hanno perso le proprie infrastrutture economiche e industriali. I loro movimenti verso la crescita e lo sviluppo sono stati interrotti”, pertanto tali società secondo Khameney “sono tornate indietro di decenni”.

E il doppiogiochismo degli Stati Uniti e dei suoi alleati sta in questo: “Fintanto che la poitica estera occidentale sarà dominata da un doppio standard, finché il terrorismo sarà diviso in uno ‘buono’ e in un altro ‘cattivo’, e finché gli interessi dei governi avranno la precedenza sui valori etici e morali, le radici della violenza non andranno cercate altrove” se non, prosegue “nella cultura occidentale stessa”. Quindi prosegue illustrando i mali della società moderna, tra cui rientra anche il problema dei tanti ragazzi che cadono sotto il fascino della propaganda islamista, mentre l’Isis altro non e’ per Khameney se non “la spugna della parte malata di tutte le culture”.

Il lungo testo esprime infine la speranza che la gioventù a cui si rivolge “possa cambiare tale mentalità corrotta dalla doppiezza”, e che sappia gettare le basi per un dialogo dignitoso con il mondo musulmano, “fondato sulla comprensione reciproca”, facendo tesoro delle orribili lezioni che la storia sta oggi dando loro. (DIRE)