Danimarca confischerà beni ai profughi

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ROMA La Danimarca confischerà gli effetti di valore ai profughi che arrivano nel paese. La misura già annunciata un mese fa, oggi è sempre più vicina all’approvazione dopo l’accordo raggiunto dal governo di destra con il principale partito di opposizione. Anche se, la discussione nel parlamento danese prenderà il via solo mercoledì prossimo, la proposta (contenuta in una legge più ampia sull’immigrazione) sta già facendo discutere. Un aspro dibattito si è sollevato a livello internazionale, e c’è chi non ha esitato a paragonare il provvedimento a quanto successo sotto il regime nazista in Germania. Anche in Italia c’è chi reputa l’idea del tutto irresponsabile. Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli parla di una “misura estemporanea ed incomprensibile”. “Faccio fatica a capire cosa vogliano trovare ai rifugiati nella confisca dei beni, cosa intendono sottrarre? Di solito le persone portano con sé lo stretto necessario, perché sono costrette a scappare da una situazione di difficoltà – sottolinea -. In questo contesto faccio fatica a immaginare che prospettiva di accoglienza il governo danese voglia portare avanti”.

L’annuncio dell’accordo sulla proposta del governo danese arriva a pochi giorni dalla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si celebrerà domenica 17 gennaio. “Nel messaggio di questa Giornata, che si inserisce nell’anno del Giubileo della misericordia, il Papa ci ha ricordato che i migranti ci interpellano a costruire insieme una nuova Europa nella diversità – aggiunge Ripamonti -. Domani al Centro Astalli di Roma ci sarà l’incontro tra i rifugiati ospiti del nostro centro e Padre Adolfo Nicolás, superiore generale della Compagnia di Gesù. Il focus di questo incontro sarà proprio sull’importanza dell’accoglienza dei rifugiati, e sulla necessità di creare canali umanitari per salvare sempre più vite”.

Infine, il presidente del Centro Astalli, interviene anche sul dibattito, questa volta tutto italiano, realtivo al reato di clandestinità. “Siamo sempre stati molti critici su questo aspetto, chi considera un reato arrivare nel nostro paese dimentica che l’ immigrazione è un diritto e non reato – sottolinea -. Il fatto che sia stata posticipata la depenalizzazione non fa altro che rincarare la dose di chi vuole sottolineare il binomio sicurezza/immigrazione. Ma così facendo nell’opinione pubblica si rafforza l’idea della pericolosità dei profughi quando sono queste persone a  scappare da situazioni in cui loro vita è messa in discussione. E’ un reato, che come chiedono tutti, va abolito”. (Redattore Sociale)