VIDEO – A “Controcorrente – Prima serata” l’ex primo ministro ucraino Julija Tymoshenko:«Il Cremlino può essere fermato solo con la forza»

«Mariupol è parte della nostra madre patria Ucraina. Mariupol è anche città gemellata con Savona e c’è anche un cinema che si chiama “Savona” a Mariupol e oggi è tutto bombardato. Mariupol per noi è il dolore e noi cercheremo di difenderlo con tutte le forze perché sono ucraini, perché il nostro mare non lo vogliamo lasciare a nessuno, nessun centimetro della nostra terra». Sono le parole rilasciate da Julija Tymoshenko, ex primo ministro ucraino, a “Controcorrente-Prima serata” – il programma di approfondimento e inchiesta condotto da Veronica Gentili su Retequattro – in merito alla città di Mariupol, al centro dell’offensiva russa.

Veronica Gentili: «Però ormai Julija sono rimaste solo 2000 uomini a Mariupol si dice. Lei pensa che possa resistere ancora?»

Julija Tymoshenko: «Il fatto è che ci sono non meno di 100.000 persone che abitano lì, che sono rimaste lì. Bambini che non hanno cibo, che non hanno acqua. I nostri militari non hanno la possibilità di portare i loro feriti, vivono senza acqua, senza cibo, però la loro lotta eroica fa vedere a tutto il mondo che la città di Mariupol è forte».

Veronica Gentili: «Senta, invece il Donbass è diventato il territorio centrale in questa fase della guerra. Le chiedo, secondo lei il Donbass può resistere? Putin si accontenterà del Donbass?»

Julija Tymoshenko: «Oggi il Cremlino ha cambiato la propria strategia. Hanno tolto l’esercito dalla direzione verso Kyiv perché hanno capito che Kyiv non può essere presa e adesso tutta la propria forza, tutto l’esercito è mandato verso l’est dell’Ucraina e le persone che vivono sul territorio ucraino del Donbass sono diventate difensori della regione di Donetsk e Luhansk. Voglio ringraziare l’Italia, i vostri leader, il popolo italiano perché voi siete accanto all’Ucraina e con tutte le forze ci aiutate a vincere».

 

Veronica Gentili: «Ma secondo lei se Putin dovesse riuscire a prendere il Donbass, Donetsk e Luhansk potrebbe finire qui la guerra e iniziare davvero la trattativa di pace?»

Julija Tymoshenko: «Quello che oggi tutto il mondo sa benissimo è che Putin non ha bisogno di Donbass, non ha bisogno di nessuna regione ucraina separatamente. Il Cremlino ha bisogno dell’Ucraina intera perché prima di questa guerra Putin si è rivolto ai russi, a tutto il mondo e ha detto che non riconosce il paese Ucraina, la nazione Ucraina. Non riconosce anche l’esistenza del popolo ucraino. Voglio sottolineare quello che ha detto il Presidente degli Usa, che ha detto che in Ucraina sta avvenendo il genocidio del popolo ucraino: io voglio confermare le sue parole. Oggi c’è uno ordine del Cremlino all’esercito di distruggere la popolazione civile, uccidere, violentare e questo approccio sadico, barbarico, non può essere chiamato diversamente se non genocidio».

 

Veronica Gentili: «Yulia qualcuno dice, visto che citava Biden, il Presidente degli Stati Uniti, che questa è una guerra per procura ovvero che l’Occidente, la NATO stanno facendo combattere questa guerra a voi, agli ucraini che muoiono, sulla vostra pelle ma in realtà state combattendo per gli interessi nostri. Lei cosa risponde a chi dice così?»   

Julija Tymoshenko: «Io posso dire che questa guerra è iniziata dal fatto che Putin ha proclamato l’ultimatum a tutto l’Occidente, alla NATO perché lui ha posto la condizione molto ferrea, lui vuole vedere una NATO ristretta come era nel 1997. Questo vuol dire che, secondo le sue esigenze, l’Europa centrale e orientale, le Repubbliche baltiche devono uscire dalla NATO e devono diventare Paesi senza difese. Questo vuol dire che è l’ultimatum che è stato proclamato, è stato proclamato a tutto il mondo libero, non solo all’Occidente, ma a tutto il mondo. Lui dice che non pensa di fermarsi all’Ucraina, adesso minaccia la Polonia, sta facendo portare l’esercito verso la Finlandia e nessuno può garantire oggi che la sua forza militare, anche quella nucleare, non sarà mandata verso i Paesi i cui comportamenti non gli piaceranno. Ecco perché in Ucraina, oggi, noi vediamo la prima fase di questa guerra: la guerra del Cremlino, della Federazione Russa di Putin contro tutto il mondo libero».

Veronica Gentili: «Dalle sue parole mi sembra che voi siate disposti a resistere e a combattere finché sarà necessario e qualcuno, anche per esempio il Segretario generale della NATO, dice che questa guerra potrebbe durare mesi, forse anni. Voi davvero siete disposti a far durare questa guerra tutto questo tempo e a perdere così tante persone civili in nome di questi valori, di quello che mi ha detto finora»

Julija Tymoshenko: «Noi ucraini non abbiamo scelto la guerra. Siamo un paese europeo, pacifico, felice prima della guerra, noi dobbiamo difendere la nostra terra, le nostre famiglie, la nostra esistenza stessa deve essere difesa e non cederemo perché non abbiamo dove cedere. Diamo all’Ucraina le armi, introduciamo delle sanzioni più pesanti che fermino i soldi per il terrorista, per il terrorismo. E noi possiamo assicurare la vittoria sul campo di battaglia».

Veronica Gentili: «Io le voglio chiedere di Putin perché so che lei l’ha conosciuto bene negli anni da Primo ministro e ha avuto modo di incontrarlo. Chi è Putin? Chi è questo uomo oggi? È lo stesso uomo che ha conosciuto lei?»

Julija Tymoshenko: «In effetti l’ho incontrando quando per due volte sono stata Primo Ministro, più trattative abbiamo fatto insieme, ho anche firmato i documenti che dovevano essere firmati. E proprio perché conosco la situazione, il Cremlino può essere fermato solo con la forza».

Veronica Gentili: «Zelensky: qualcuno dice che è diventato un eroe, qualcuno dice che è troppo rigido e dovrebbe mediare di più. Ha sbagliato qualcosa? Lei cosa avrebbe fatto di diverso se ci fosse stata lei al posto di Zelensky?»

Julija Tymoshenko: «Quando il primo missile è caduto sul territorio ucraino,  io ho raccolto il mio gruppo e ho parlato dicendo che non esiste in Ucraina al governo un’opposizione, esiste un team intero, un solo cuore. Noi oggi con le nostre forze sosteniamo il nostro Presidente e le nostre forze armate. Oggi devo dire che il Presidente ucraino conduce una politica molto forte. Si trova a Kyiv, più volte gli è stato proposto di andare in un altro Paese per salvaguardarsi ma lui rimane a Kyiv. Siamo tutti quanti a Kyiv, sin dal primo giorno stiamo sul nostro fronte e oggi il popolo ucraino sostiene il Presidente. Il potere, il governo, l’opposizione, tutto avverrà dopo la guerra in un Paese democratico. Oggi siamo tutti uniti».