Vicari (Bambino Gesù): “Il 10% dei bambini e il 20% degli adolescenti ha un disturbo mentale”

“I ragazzi stanno male, l’emergenza salute mentale è un’onda lunga che non coincide con la conclusione della pandemia”

foto da pixabay.com

“Chi parla di salute mentale nei minori è una voce del deserto in questo paese. Le cose da fare si sanno, noi tecnici le diciamo da tempo, se nel prossimo futuro non verranno realizzate c’è una responsabilità politica”. Lo ha detto Stefano Vicari, professore presso la Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile della neuropsichiatria infantile all’Ospedale Bambino Gesù (Opbg) di Roma, intervenendo alla presentazione della XIII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia realizzato da Save the Children e presentato oggi, a Roma, in vista della Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

Ma come stanno i ragazzi in Italia? “Male- dice Vicari- e in questo periodo ancora peggio. Il record di ricoveri al Bambino Gesù lo abbiamo registrato a ottobre scorso. Quella della salute mentale è un’onda lunga che non coincide con la conclusione della pandemia. Dobbiamo superare lo stereotipo per cui la malattia mentale riguardi solo gli adulti perché almeno il 10% dei bambini e il 20% degli adolescenti ha un disturbo mentale. Negli ultimi 10 anni gli accessi per ideazione suicidaria o tentato suicidio al Bambino Gesù di Roma sono cresciuti esponenzialmente, con aumento in particolare del 75% nei 2 anni della pandemia rispetto al biennio precedente. Il suicidio è la seconda causa morte tra 10 e 25 anni”.

Vicari spiega come quella della salute mentale sia “una vecchia emergenza che non nasce con la pandemia ma verso la quale la pandemia ha fatto da detonatoreNel 2011 le consulenze psichiatriche registrate presso il pronto soccorso sono state 152, nel 2018-2019 hanno superato quota mille, nel 2020-2021 sono arrivate a 1.850. In pandemia i ricoveri in psichiatria sono aumentati del 40%, i disturbi alimentari del 30%. L’età media si sta abbassando coinvolgendo anche i preadolescenti e a pagare il prezzo più alto sono le ragazze”.

FOTOGRAFIA CHE RISPECCHIA I DATI DELL’ATLANTE SAVE THE CHILDREN

In tutto il Paese i ricoveri in ospedale per cause legate ai disturbi del comportamento alimentare sono triplicati tra il 2019 ed il 2021, e nel 2022 l’età di esordio di queste patologie è scesa a 11-13 anni: sono quasi tutte ragazze (il 90%) le ospiti di strutture pubbliche e private specializzate per la cura dei disturbi dell’alimentazione (fino ad ora ne sono state censite 123 dall’Iss, di cui 61 a Nord, 23 al Centro e 39 nel Mezzogiorno); le diagnosi più frequenti sono l’anoressia nervosa (36,2%), la bulimia nervosa (17,9%) e il disturbo di binge eating (12,4%).

Anche l‘isolamento volontario riguarda un numero significativo di adolescenti. Al netto dei limiti imposti dalle restrizioni per il Covid-19 e delle uscite per andare a scuola, il 5,6% degli studenti riferisce di non lasciare mai la propria casa o la propria stanza per attività extrascolastiche. In Italia poi, nel 2021, fumava circa un adolescente tra i 14 e i 19 anni su 10, con un valore massimo registrato in Sardegna (15,8%). Oltre mezzo milione di studenti (21%), sempre nel 2021, ha consumato bevande alcoliche fino al punto di barcollare, non riuscire a parlare correttamente, vomitare o dimenticare l’accaduto e per circa 15mila di loro è stato un comportamento frequente. Bere almeno sei bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione (binge drinking) è una pratica comune per il 4,6% degli adolescenti che consumano alcol. Allarmano le percentuali in crescita delle ragazze. Nello stesso anno sono circa 77 mila gli studenti fra i 15 e i 19 anni che hanno fatto uso di Nuove sostanze psicoattive (Nps).

Tra le nuove forme di dipendenza, oltre 350mila studenti hanno un profilo di rischio per l’uso di Internet, e sta crescendo sensibilmente il numero di vittime (46%) e persecutori (29%) del cyberbullismo. La percentuale di chi presenta un elevato rischio di gaming problematico sfiora in Italia il 30%, ben sopra alla media europea (20%).

Un tema sensibile per la salute degli adolescenti infine è quello dell’educazione sessuale. Nonostante l’Oms individui nell’educazione alla sessualità a scuola un fattore di protezione anche rispetto agli abusi sessuali, l’Italia è uno dei pochi Paesi dell’Unione europea (insieme a Bulgaria, Croazia, Lituania e Romania) nei quali questi corsi non sono obbligatori.

Le disuguaglianze di genere contano anche nella fase adolescenziale. La possibilità di andare incontro a una pubertà precoce, ad esempio, è da 10 a 20 volte superiore nelle bambine, la celiachia o i disturbi alimentari hanno anch’essi una prevalenza femminile, mentre i disturbi dello spettro autistico sono 4 volte più frequenti nei maschi.

Importanti sono anche le problematiche di salute dei bambini e degli adolescenti che affrontano le migrazioni: nel caso dei minori stranieri non accompagnati, che sono circa 17 mila, e provengono per il 32% dall’Ucraina, si segnalano depressione e disturbo post traumatico da stress nei primi anni dopo il reinsediamento, per i traumi e le violenze spesso subite nella fuga dal loro Paese e in un viaggio che può durare mesi o anche anni.

COME INTERVENIRE?

“Dovremmo promuovere la salute mentale prima di occuparci delle malattie– riflette Vicari- I fattori che sviluppano salute sono le grandi agenzie educative come la famiglia e la scuola, da qui si dovrebbe partire”. E poi, nel momento in cui il il disagio si manifesta “è necessario che ci sia l’offerta assistenziale adeguata. Il nostro è un Servizio sanitario fantastico- conclude- anche se qualche anno fa lo era di più, ora nella neuropsichiatria si osserva una privatizzazione strisciante”. (Agenzia DIRE)