Ucraina: Ospedale di Kherson bombardato due volte in 72 ore

MSF condanna l’ennesimo attacco a strutture mediche

A Kherson, in Ucraina, è stato nuovamente colpito oggi l’ospedale con cui Medici Senza Frontiere (MSF) collabora e che già era stato bombardato martedì scorso, causando la morte di un medico e il ferimento di cinque operatori sanitari.

L’ospedale, che si trova a pochi chilometri dalla linea del fronte, in un territorio riconquistato dalle forze ucraine lo scorso anno, è stato bombardato due volte in 72 ore. MSF ha ripetutamente chiesto la protezione degli ospedali e delle infrastrutture civili in Ucraina e condanna ancora una volta questo oltraggioso attacco a una struttura medica.

Questo ultimo attacco è in linea con lo schema ricorrente che MSF ha osservato in questa guerra, in particolare per quanto riguarda i continui bombardamenti delle forze russe su infrastrutture civili, aree residenziali e strutture mediche.

“Quante altre volte ancora dobbiamo vedere tutto questo? Cosa significa essere un operatore o un paziente in questa guerra? A che punto bisognerà arrivare affinché chi manovra le armi mostri un briciolo di rispetto per la vita umana?  A prescindere dalle intenzioni, abbiamo visto più volte personale medico e civili finire sotto il fuoco di questa guerra. Il messaggio è semplice: smettete di bombardare gli ospedali” dichiara Cyril Cappai, capo missione di MSF in Ucraina. 

“Ho sentito una forte esplosione quando una granata ha colpito i locali dell’ospedale in cui MSF lavora. Al momento dell’esplosione ero all’interno del rifugio antiaereo, per supervisionare alcuni lavori di ristrutturazione. In quest’ospedale la nostra équipe ha predisposto un bunker per proteggere i pazienti e il personale del Ministero della salute. La granata ha colpito l’obitorio e ha causato danni alle strutture in cemento e alle tubature del gas. Al momento del bombardamento, nell’ospedale c’erano circa 150 persone, tra personale e pazienti e fortunatamente tutti sono rimasti illesi. L’ospedale si trova in una zona residenziale, con una scuola e degli edifici residenziali nelle vicinanze” ha raccontato Andrii Dobravskyi, un operatore di MSF che si trovava all’interno dell’ospedale al momento dell’attacco.