Sicilia, offerta di lavoro per i medici ucraini

Pronti a offrire supporto ai rifugiati di guerra attraverso posti di lavoro presso le strutture ospedaliere di Messina, Catania, Siracusa, Trapani e Palermo. Il Gruppo Tigano – attivo da oltre 30 anni in Sicilia nel settore della sanità privata – annuncia di aprire le proprie porte ai medici e operatori sanitari in fuga dall’Ucraina.

«Ci sono tantissime figure professionali altamente qualificate e con specializzazioni tecniche – sottolinea il presidente Antonio Tigano – che mai come in questo momento hanno necessità di lavorare per continuare a condurre una vita dignitosa, così come succedeva nel loro Paese prima del conflitto con la Russia. In questi giorni a Siracusa si è attivata una grande rete solidale intorno al caso di Max, psichiatra di origini ucraine, in fuga dalla Russia e giunto in Italia con moglie e figlie al seguito, oggi senza casa e senza liquidità (ndr i suoi conti correnti sono stati bloccati) – per poter vivere autonomamente. Il nostro Gruppo ha a disposizione una decina di posizioni aperte, a seguito dell’ampliamento territoriale dei servizi offerti dal Gruppo: a lui e a tutti i professionisti sanitari – in particolare anestesisti, chirurghi, internisti, psichiatri – che si trovano in Sicilia e volessero temporaneamente lavorare nelle nostre strutture, possiamo offrire un’occupazione stabile, sperando possano fare presto rientro nella propria terra per ritornare a una normalità da tutti auspicata».

Poter operare nel settore di competenza è un valore per quelle famiglie costrette ad abbondonare tutto: dall’inizio della guerra quasi 5 milioni di persone hanno perso il lavoro – come affermato dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) – e “se le ostilità dovessero intensificarsi, la perdita di posti di lavoro salirebbe fino a sette milioni”.

«La nostra è una mano tesa verso i professionisti ucraini – conclude Tigano – un piccolo gesto che però, sommato allo slancio solidale dei siciliani, può garantire integrazione attraverso ciò che di più importante abbiamo: la dignità».

 

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