Samosely, i sopravvissuti di Chernobyl

Samosely, i sopravvissuti di Chernobyl

Foto di StudioKlick da Pixabay

Domenica 26 aprile alle 23.30 su Rai1 va in onda il documentario di Fabrizio Bancale “Samosely, i sopravvissuti di Chernobyl”. Lo straordinario lavoro, che verrà trasmesso all’interno di speciale TG1, racconto l’esplosione del reattore n. 4 della centrale nucleare di Chernobyl, il reattore dell’Apocalisse. Era la notte del 26 aprile 1986.

Il documentario “Samosely, i sopravvissuti di Chernobyl”

Samosely, i sopravvissuti di Chernobyl torna a 34 anni fa una settimana dopo quel disastro. “All’epoca, le autorità sovietiche imposero, senza alcun preavviso, l’evacuazione delle 336.000 persone che vivevano all’interno di un raggio di 30 chilometri dalla centrale: la zona di interdizione” ricorda l’Ufficio Stampa Rai.

L’allontanamento avrebbe dovuto essere momentaneo, di appena tre giorni, invece quelle persone non vi fecero più ritorno.

“Un piccolo manipolo di irriducibili (circa mille, tra uomini e donne) decisero, di nascosto, contro tutto e tutti, di opporsi a quella evacuazione forzata, per restare a vivere… e morire nelle loro abitazioni. Abitazioni che distavano anche soli pochi chilometri dalla centrale esplosa. Incuranti dei divieti, delle raccomandazioni mediche e delle radiazioni”.

Gli ultimi irriducibili

Samosely, i sopravvissuti di Chernobyl racconta la storia di queste persone, ormai anziane ma vive, alcune delle quali vivono ancora lì.

“Loro ce l’hanno fatta, sono i sopravvissuti al nucleare. E gli ultimi. Perché dopo di loro non ci saranno più altri esseri umani a popolare l’intera zona, interdetta all’ingresso dell’uomo per chissà quante generazioni ancora. Chernobyl sparirà con loro, i Samosely”.

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