“Quel silenzio sulla discarica di Scandale”

CROTONE – “A ridosso della conferenza di servizi che si terrà il prossimo 2 marzo, a conclusione dell’iter autorizzativo relativo alla discarica di Santa Marina di Scandale, non registriamo la necessaria e dovuta attenzione da parte delle istituzioni preposte alla tutela del nostro territorio, martoriato da politiche inadeguate”. E’ quanto scrivono, in una nota congiunta, Filippo Sestito (Arci), Filly Pollinzi (Possibile), Teresa Liguori (Italia Nostra) ed Elsa Bonazza (CGIL).

“Nessuna notizia è giunta alla cittadinanza da parte degli enti  interessati e convocati presso la Cittadella Regionale a Catanzaro per il prossimo giovedì. Ad oggi – si legge nella nota –  la Provincia di Crotone, la ASP Servizio Igiene e Sanità pubblica, il dipartimento provinciale dell’ARPAcal, il dipartimento Agricoltura della Regione Calabria non hanno palesato alcuna volontà in ordine al progetto della Ecolsystema s.r.l. trincerati dietro un pesante silenzio che li renderebbe complici dello scempio ambientale in atto.

Riteniamo che non sia né pensabile né immaginabile che ogni pezzo di terra del nostro territorio sia destinato a diventare un buco dove interrare rifiuti, di qualsiasi genere, favorendo il profitto a tutti i costi a scapito dei diritti dei cittadini.

Ricordiamo che più di cinque anni fa, quando fu posto in essere lo stesso tentativo di insediare e realizzare la discarica di amianto in loc. Santa Marina di Scandale, le istituzioni tutte, con il Comune di Scandale in testa, e la cittadinanza scesero in strada bloccando la strada statale 107 e prendendo una posizione netta e contraria.

Oggi registriamo il silenzio. Perché? Cosa è cambiato?E’ la crisi economica che attanaglia il nostro territorio a favorire il tentativo di tenere “tiepide” le istituzioni di fronte ad argomenti così contingenti oppure sono pressioni ed interessi di altra natura, che non si leggono sul giornale e  che vivono di parole sussurrate nell’ombra, a far si che tutto taccia?

Se così fosse non saranno sufficienti le pressioni di nessun genere a fermare il cambiamento e la voglia di riscatto del territorio ma ci renderanno più forti e convinti che la strada che abbiamo intrapreso dicendo no alla devastazione del territorio è la strada giusta.

Auspichiamo – concludono i quattro – che tutte le istituzioni coinvolte sappiano ritrovare il coraggio di difendere i cittadini ed il territorio che sono chiamati ad amministrare. In caso contrario le pressioni forti di un movimento coeso e partecipato saranno in grado, così come è avvenuto in passato, di difendere anche da fuori le istituzioni, il nostro territorio, la nostra salute ed il nostro futuro”.