Quale futuro per i nostri dati? Il Garante riunisce mondo pubblico e privato per ‘State of Privacy 23’

Avvocato Lisi: Tanta strada da fare per reale tutela dei diritti

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Protezione dei dati, intelligenza artificiale, telemedicina e cybersecurity: questi sono solo alcuni dei temi che verranno affrontati all’interno dei 19 tavoli di lavoro che animeranno lunedì 18 settembre l’edizione 2023 di ‘State of Privacy’, lo speciale evento organizzato dall’Autorità Garante nella Capitale, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, con il quale intende continuare il dialogo con esperti e rappresentanti delle istituzioni nazionali e internazionali, iniziato lo scarso anno a Pietrarsa.
Obiettivo dell’incontro è quello di stimolare il confronto su temi caldi per il futuro della digitalizzazione, come la protezione dei dati e le nuove tecnologie, in un momento storico in cui le innovazioni sembrano essere in grado di incidere pesantemente sui nostri diritti e libertà fondamentali, alimentando dubbi e incertezze.
Ad animare il dibattito insieme ad altri 250 esperti, studiosi, rappresentanti delle istituzioni e del mondo delle Big tech, ci sarà anche l’avvocato Andrea Lisi, già coinvolto nell’edizione 2022 e tra i firmatari del Manifesto di Pietrarsa, che sui suoi canali ha voluto riflettere su alcune tematiche che saranno al centro dell’incontro, non nascondendo alcune perplessità per il futuro che ci attende e che coinvolge inevitabilmente i nostri dati.
“Non sempre costruire altre autostrade è la soluzione: occorre offrire scorciatoie di sintesi per tutelare i nostri diritti“, sono parole dell’avvocato Lisi da cui appaiono chiare le perplessità dovute all’avanzata frenetica delle innovazioni tecnologiche e dei numerosi regolamenti europei che continuano ad accrescere la già comprovata confusione normativa in materia di dati.
“In questi anni abbiamo inseguito il Cloud, i Bitcoin e gli Nft, la Blockchain, il Metaverso e ora è il momento delle Ia- aggiunge- Ma quanto di effettivamente rivoluzionario c’è in queste insistite innovazioni e quanto davvero sono in grado di scardinare i principi fondamentali su cui si fonda il diritto applicato all’informatica e ai dati, personali e non? Senza considerare che dal punto di vista strettamente tecnologico non ci sono effettive novità, se non un aumento esponenziale delle capacità di memoria, e quindi di utilizzo dati, e delle nostre potenze di calcolo. In sostanza, è facile innamorarsi della novità e cavalcare le tematiche del momento: in questo modo finiamo solo per non approfondire più nulla e alimentare il lavoro acchiappalike dei cosiddetti ‘esperti di privacy'”.
“Anche la normativa- continua Lisi- interviene ossessivamente, ribadendo princìpi già noti su cui si fonda la tutela dei nostri diritti e libertà fondamentali, investendoci con una serie di acronimi: Dsa, Dma, Dga, Data Act, Ia Act e così via. Ma quanti conoscono i dettagli di queste nuove normative e quanti sono in grado di respirarne una sintesi? Per non parlare di alcune interpretazioni del Gdpr, come dimostrato dal provvedimento del 23/07/2023 (numero 321) sul consenso in materia di marketing, che non può non destare preoccupazioni tra noi addetti ai lavori, perché sembra mettere in discussione il principio di autodeterminazione, utilizzato come parametro costante per la conservazione dei dati personali fondati su un consenso acquisito in modo trasparente e sempre garantito nella sua revocabilità”.
Conclude quindi l’avvocato Lisi: “Questi episodi ci ricordano che c’è ancora tanta strada da fare nella battaglia che mira ad una reale tutela dei diritti degli interessati e soprattutto che a volte non c’è bisogno di costruire altre autostrade ma di offrire valide scorciatoie di sintesi”.