Pediatri calabresi a Lampedusa, curati oltre 500 piccoli migranti

Giuseppe Raiola visita un piccolo migrante (foto da Facebook)

Giuseppe Raiola visita un piccolo migrante (foto da Facebook)

CATANZARO – Sono rientrati da qualche giorno a Catanzaro per riprendere il loro lavoro nel reparto pediatrico dell’ospedale “Pugliese –Ciaccio” del capoluogo calabrese; sono tornati da Lampedusa, dove sono rimasti per oltre un mese a curare i piccoli migranti ospiti del centro isolano. Sono i medici e gli infermieri di “Pediatri in movimento”, il progetto sostenuto dalla Regione Calabria grazie al quale una nutrita squadra di operatori sanitari sono andati in ‘missione’ nell’isola siciliana diventata negli ultimi anni primo approdo per migliaia di migranti: ‘terra promessa’ per tantissimi disperati che scappano dall’Africa e dal Medio Oriente per avventurarsi nel Mediterraneo in cerca di una vita migliore.

In queste poche ma intense settimane di permanenza a Lampedusa, i “pediatri in movimento” hanno curato oltre 500 bambini. L’équipe del “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro ha offerto il proprio supporto all’interno dei presidi terapeutici messi a disposizione da varie aziende locali e oggi lasciati in eredità al poliambulatorio dell’isola diretto da Pietro Bartolo, il medico di “Fuocoammare”, il documentario di Gianfranco Rosi su Lampedusa.

Il progetto “Pediatri in movimento” è stato coordinato da Giuseppe Gullotta, presidente della fondazione “Pediatria e famiglia” e della Federazione nazionale dei pediatri, e dal medico Giuseppe Raiola, presidente dell’Acsa&Ste Onlus. Questa loro iniziativa ha generato una catena di solidarietà che, oltre alla Calabria e alla Sicilia, ha coinvolto anche altri medici ospedalieri provenienti da Lombardia, Umbria, Emilia Romagna, Liguria. Dal “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro sono partiti alla volta di Lampedusa: Domenico Salerno, direttore della chirurgia pediatrica; Sara Yacoubi, infermiera pediatrica; Stellario Capillo, chirurgo pediatra; Maria Cirillo, dirigente medico di pediatria; Maria Teresa Santo, infermiera professionale. E, ancora, il dottor Giuseppe Stranieri, Mario Angotti coordinatore infermieristico, Carlo Torti infettivologo all’Università della Magna Graecia di Catanzaro, e la giovanissima Maria De Filippo. Una grande squadra che si è conquistata anche il plauso del sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini.

“Abbiamo dato il nostro contributo durante gli sbarchi, fornendo le prime cure a tutti i migranti, senza l’uso di mascherine, dispensando sorrisi rassicuranti e abbracci – raccontano i pediatri in movimento catanzaresi- Qualcuno tremava per la febbre, altri presentavano ustioni chimiche da carburante, altri ancora infezioni. Nonostante la fatica e la sofferenza era incredibile come tutti, in silenzio e senza paura, riuscissero a mantenere la loro dignità”. I medici calabresi in missione a Lampedusa hanno fornito “cure specialistiche e messo a disposizione anche dei programmi informatici che consentiranno di monitorare con esattezza la crescita regolare dei bambini.  La nostra attività – sottolineano – ha consentito di migliorare l’assistenza pediatrica sull’isola che è piuttosto carente. In questo modo è stato tutelato il pieno riconoscimento del diritto alla salute anche per i più piccoli”. “Pediatri in movimento”, un’iniziativa di solidarietà concreta partita dalla Calabria, regione che insieme alla Sicilia è terra d’accoglienza per i profughi che arrivano dal mare, lasciandosi alle spalle guerre e calamità di ogni genere. Dopo la missione a Lampedusa, si è alla ricerca di nuovi fondi per sostenere la prossima missione umanitaria, destinazione Idomeni, il grande campo profughi sorto dopo l’esodo biblico degli ultimi mesi nell’area balcanica. Per poter partire alla volta di Idomeni servono risorse e collaborazione, ma i ‘pediatri in movimento’ non demordono e confidano nella collaborazione di istituzioni e società civile. Ciò a dimostrazione che la Calabria non è solo criminalità e indici negativi in tutte le classifiche nazionali del Paese ma è fatta anche di persone che esportano i suoi valori più antichi: l’accoglienza e la solidarietà. (Agenzia Redattore Sociale)