Ong, Grasso: “No accuse generiche”

ROMA – “A proposito di recenti polemiche sono certo, anche per la mia lunga esperienza personale, la magistratura e le forze di polizia faranno piena luce su eventuali opacità e che proveranno e puniranno i reati che siano stati eventualmente commessi. Questo avvenga però nel rispetto rigoroso delle regole e della riservatezza necessaria a garantire il successo delle indagini. Fino ad allora credo sia sbagliato e ingeneroso associarsi ad accuse generiche, congetturali e politicamente strumentali”. Cosi’ il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo al convegno ‘The State of the Union’ in corso alla Badia Fiesolana, parlando delle Ong.
“Le organizzazioni non governative – aggiunge Grasso – hanno avuto un ruolo determinante, in stretta sinergia con le tante istituzioni centrali e territoriali, nel sistema europeo e italiano del soccorso e dell’accoglienza; hanno svolto sostanzialmente una funzione pubblica a favore dell’Unione, garantendo servizi che avrebbero dovuto essere semmai assicurati da interventi istituzionali di carattere europeo”.

“A proposito dei flussi di profughi in fuga da guerre e da persecuzioni, io non mi stanco di ripetere che salvare e accogliere chi è in pericolo e riconoscere a chi ne ha diritto la protezione internazionale non sono gesti di liberalità, non sono manifestazioni di generosità. Sono obblighi morali, giuridici e internazionali. Io sono orgoglioso di quello che l’Italia ha fatto in questi anni”, sottolinea

“A Lampedusa – sottoliena – li ho visti i nostri operatori, i medici, i militari, le forze di polizia, i funzionari civili, i volontari, il Sindaco Giusi Nicolini (recentemente insignita del premio Unesco per la pace): donne e uomini che soccorrono in mare i naufraghi, che con dolore e pietà raccolgono i corpi di chi non ce l’ha fatta, che accolgono con un abbraccio chi soffre, chi ha paura. Io penso che tutte quelle donne e quegli uomini che restituiscono ad ogni persona la dignità di essere umano siano gli interpreti di un messaggio universale di umanità che la nostra Unione europea deve raccogliere e fare suo”.

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