Migranti, ricognizione minori soli

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In vista dell’approvazione della legge che ridisegna il sistema di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza ha chiesto la collaborazione del Ministero della Giustizia e dei Garanti regionali per “una ricognizione in tutta Italia del’istituto della tutela” di questi minori. Lo rende noto la stessa Garante, Filomena Albano, sottolineando la necessità di un “lavoro di rete in materia di minori non accompagnati, per dare una risposta capace di tutelare bambini e ragazzi che arrivano in Italia senza genitori”.

All’Autortà, si ricorda in una nota, sono stati assegnati i compiti di selezionare e formare i tutori e di stilare protocolli di intesa con i Tribunali per facilitarne la nomina nelle Regioni prive di garante.Alla giustizia, in particolare, la Garante chiede di verificare, presso gli uffici giudiziari, “i tempi medi di nomina dei tutori, con una particolare attenzione alle Regioni maggiormente interessate all’accoglienza (Sicilia, Calabria, Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Puglia e Campania) e, laddove possibile, verificare la tipologia di tutore nominato in favore dei minori non accompagnati: tutore legale pubblico, tutore privato/volontario – specificando in tal caso se sussistono albi di tutori volontari ovvero protocolli di intesa tra le amministrazioni competenti” e, infine, “la forma di monitoraggio utilizzata per verificare l’attività posta in essere dal tutore e quali gli organi eventualmente sono preposti a tale monitoraggio”.

Ai Garanti regionali, Albano chiede di attivare, nei rispettivi territori, una ricognizione e rilevazione al fine di verificare “l’esistenza di albi di tutori e, in caso di esistenza di tali albi, con quali modalità sono stati istituiti, (es. protocolli di intesa tra le istituzioni locali competenti e i tribunali per i minorenni o gli uffici dei giudici tutelari); le modalità di selezione dei tutori volontari; nel caso di esistenza e di operatività di tali albi, il numero di tutori iscritti e se gli organi giudiziari si avvalgono effettivamente di tali elenchi per la nomina dei tutori; la forma di monitoraggio utilizzata per verificare l’attività posta in essere dal tutore e gli organi preposti a tale monitoraggio”. (Ansa)

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