Migranti, a Palermo sbarco record di minori soli

sbarco palermo

Il mercantile norvegese Siem Pilot nel porto di Palermo

PALERMOHanno bisogno soprattutto di biancheria, vestiti, indumenti e prodotti per l’igiene personale. E’ questo l’appello che, a poche ore dallo sbarco di oltre 900 persone avvenuto ieri, lancia la Caritas di Palermo per fare fronte alle primi bisogni dei 132 minori stranieri non accompagnati che ha accolto in emergenza: 65 al centro San Carlo e 67 nella struttura diocesana di Giacalone. Sono originari di Gambia, Mali, Somalia e Senegal. Gli altri minori sono stati accolti in altre 20 strutture dislocate in provincia soprattutto di Palermo e poi di Agrigento ed Enna.

237, infatti, è stato il numero complessivo dei minori stranieri, di età da i 15 ai 17 anni, che sono arrivati ieri mattina. Si tratta di un numero straordinario di minori che non ha precedenti e che ieri ha messo subito in moto tutta la rete di accoglienza e solidarietà palermitana.

“Quello che manca in questo momento per questi ragazzi – dice Nadia Sabatino, referente immigrazione della Caritas – sono l’abbigliamento intimo, le felpe, i prodotti per l’igiene personale, la biancheria come tovaglie e asciugamano. Ieri sera fino a tarda notte siamo stati in questura per attivare le lunghe pratiche del foto-segnalamento. Non abbiamo rilevato situazioni di particolare vulnerabilità. Sono sicuramente ragazzi provati dal viaggio, molto stanchi e anche raffreddati perché sono stati esposti al freddo per parecchie ore”. La conferma sullo stato di salute di questi giovani arriva anche da Save the children.

“Ieri abbiamo assistito questi ragazzi e ragazze fino alle 20 di sera in banchina al porto – dice Giovanna Di Benedetto portavoce di Save the Children – A parte la loro stanchezza notevole, sembrano tutti in buona salute. Si è trattato di uno degli sbarchi con un numero elevatissimo di minori di quasi 30% sul totale degli arrivati che ha richiesto un impegno notevole di tutti. Sicuramente quello dei minori che arrivano è un fenomeno in crescita che non si fermerà”.

“Al porto molti di loro ci hanno raccontato che arrivano per un futuro diverso che non riescono ad avere nei loro Paesi – aggiunge Giovanna Di Benedetto -. La gran parte di loro non aveva mai visto il mare ed essersi imbarcati in mare in una situazione completamente nuova sottoponendosi al freddo e al digiuno, ha richiesto uno sforzo umano ed un coraggio non indifferente che, per dei ragazzi così piccoli, è una gran cosa”.

“In alcuni casi – ha sottolineato l’assessore Ciulla – in raccordo anche con la magistratura, le ambasciate e le autorità consolari di altri paesi dell’UE, verificheremo le possibilità di ricongiungimento con i familiari già presenti nel territorio dell’Unione; in ogni caso garantiremo, come è stato nel corso di tutto questo anno i nostri servizi di accoglienza, assistenza e sistemazione a questi minori, che si aggiungono agli altri 150 di cui ci stiamo prendendo cura”.

Come prevede la normativa vigente, infatti, vengono affidati al Comune di Palermo che ne assume il tutorato tramite l’assessorato alla Cittadinanza sociale. Il numero di minori arrivati ha richiesto l’attivazione di tutta la rete locale e regionale della solidarietà, per garantire accoglienza e sistemazione a tutti.

La società civile palermitana e siciliana – affermano il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore Agnese Ciulla – ha risposto con rapidità e cultura dell’accoglienza, per dare a tutti questi ragazzi e ragazze da subito una sistemazione dignitosa. Un grazie particolare lo rivolgiamo alla Caritas e a don Corrado Lorefice, oltre che a tutte quelle istituzioni ed enti del privato sociale che oggi hanno ancora una volta mostrato il vero volto di Palermo e dato prova di efficienza nel gestire una situazione inaspettata, visto il periodo freddo dell’anno. Il nostro ringraziamento va anche a quei dipendenti comunali che sono stati impegnati a garantire i servizi di competenza e che nei prossimi giorni dovranno gestire tutta la complessa macchina amministrativa legata all’accoglienza dei giovani migranti”. (Redattore Sociale)

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