L’Espresso: “La Misericordia lucrava sul centro di Lampedusa”. Le anomalie segnalate e la relazione ignorata

Un pacco di wafer al posto del pocket money e kit di ingresso incompleti. Sarebbero, queste, alcune delle anomalie individuate e prontamente segnalate ma passate sotto silenzio, nel Centro di Accoglienza di Lampedusa, gestito dalla Misericordia, al centro, quest’ultima, dell’indagine Jonny, che ha svelato interessi e ingerenze della cosca Arena sul business dei migranti.

A riaccendere i riflettori su nuove presunte distrazioni di fondi destinati ai migranti, è l’Espresso, che proprio oggi pubblica online un articolo a firma del giornalista Giovanni Tizian dal titolo “Lampedusa, ecco come Mr Accoglienza rubava sui migranti”.

Secondo quanto ricostruito nel pezzo, nella visita del 26 gennaio 2016, la commissione composta dai rappresentati dell’Alto commissariato per i rifugiati e dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni aveva avanzato sospetti sulla gestione “anomala” della struttura siciliana, mettendoli nero su bianco. I commissari avevano evidenziato, ad esempio, che i kit di ingresso consegnati ai migranti al loro arrivo al centro erano incompleti in quanto mancavano giacconi, pigiami e asciugamani. Inoltre, invece del pocket money giornaliero da 2,50 euro agli ospiti veniva consegnato un pacco di wafer, del valore circa 50 centesimi.

Per questo, nella relazione – che sarebbe stata inviata sia alla prefettura di Agrigento che al Dipartimento Immigrazione del Ministero dell’Interno – le due organizzazioni chiedevano “di esaminare le modalità di gestione del Centro attualmente in essere con particolare riferimento alla tracciabilità dei beni e dei servizi erogati agli ospiti e alla qualità degli stessi” e raccomandavano “inoltre di ricorrere a tutti gli strumenti sanzionatori previsti dalle disposizioni contrattuali”.

Nonostante le segnalazioni, però, alla Misericordia guidata da Leonardo Sacco – ora in carcere – venne affidata nuovamente la gestione del centro di Lampedusa.