Jonny,Gip: “Misericordia e Cara trasformati in centri di potere mafioso”

Don Edoardo Scordio e Leonardo Sacco avrebbero “trasformato la Misericordia ed il Cara in centri di potere mafioso sotto gli occhi distratti delle istituzioni“. Tanto da considerare l’ex parroco “un esponente di rilievo della stessa associazione mafiosa“. Inoltre le condotte dei due sarebbero “gravissime” perché “proseguite con lucida volontà per anni senza mai conoscere un momento di pausa, di ripensamento, di pentimento, di umana pietà nei confronti di quei milioni di sfortunati ai quali hanno sottratto con incredibile sfrontatezza quelle minime risorse date dallo Stato italiano per restituire loro la dignità di esseri umani”.

Sono durissime le motivazioni del gip del Tribunale di Crotone, Abigail Mellace, davanti alla quale erano comparsi i due indagati eccellenti dell’inchiesta Jonny coordinata dalla DDA di Catanzaro al centro della quale vi sarebbe l’interessamento della cosca Arena di Isola di Capo Rizzuto nella gestione del centro di accoglienza di S.Anna, gestito dalla Misericordia – ora commissariata – di cui Sacco è stato governatore. In particolare, il gip ha respinto la richiesta dei difensori dei legali dei due uomini, e in particolare quella degli avvocati dell’ex prete di concedere gli arresti domiciliari a Scordio per l’età avanzata.

È necessaria “l’applicazione della massima misura restrittiva” – scrive il gip – per “interrompere la spregiudicata attuazione del piano”.

Per quanto riguarda i 132mila euro incassati dalla Misericordia per “fornire appoggio spirituale ai migranti”, il giudice delle indagini preliminari scrive che il parroco nel corso dell’interrogatorio ha spiegato come avrebbe usato i soldi (opere di bene, tra cui il centro sportivo ed una struttura per la formazione dei volontari e la ristrutturazione di chiese), ma non sarebbe riuscito a “indicare se e in che misura effettivamente siano stati utilizzati nei progetti“. Sono stati quindi gli accertamenti contabili, secondo il Gip, ad inchiodare Sacco che nel corso dell’interrogatorio “non è riuscito a dare giustificazioni”.