“Isolati e sottomessi: crotonesi figli di un Dio minore”

(di Piercarlo Gentile – Direttore Centro di Radioterapia FateBeneFratelli S. Pietro di Roma) – Sin dai tempi delle conquiste romane ai popoli sottomessi era richiesto il pagamento dei tributi, tuttavia i conquistatori facevano corrispondere una serie di opere ed iniziative (strade, ponti, acquedotti, protezione militare, cultura, giustizia etc) che in parte miglioravano la vita di quei popoli.

A maggior ragione in uno Stato di Diritto, in una Società Civile basata sulla libertà e non sulla sottomissione, il “Patto di Ferro” tra lo Stato e i suoi cittadini prevede il rispetto “reciproco” di una serie di Diritti/Doveri.

 Il cittadino ha il “dovere” di corrispondere allo Stato il suo contributo sociale (Tasse) e lo Stato ha il “diritto” di riscuoterle.

 A fronte di ciò lo Stato ha il “dovere” di assicurare alcuni servizi (tra cui la sanità) e il cittadino ha il “diritto” di pretenderli.

 Là dove uno dei due soci (Stato o cittadino) rompesse il “Patto” non ottemperando ad uno dei suoi doveri, il socio penalizzato ha il diritto/dovere di pretendere il rispetto di ciò che gli spetta.

 Lo Stato infatti confisca….sequestra….ciò che gli spetta…

Ma il cittadino non può confiscare o sequestrare beni allo Stato, e non gli è consentito nemmeno sospendere il pagamento dei “tributi”, prelievo che non può essere definito in altro modo, là dove lo Stato pretende senza dare nulla in cambio.

Al cittadino è tuttavia lasciata la libertà di protestare contro l’ingiustizia sociale, contro la lesione dei propri diritti.

I Calabresi della provincia di Crotone attualmente e da tempo sono rimasti isolati, non adeguatamente rappresentati,  sono un popolo sottomesso, da cui è preteso un tributo, ma la cui voce non è più ascoltata e ciò ha permesso che la rassegnazione prendesse il sopravvento.

 Come tutti i popoli soggiogati, lentamente ed inesorabilmente scambiano come “normalità” ogni sopruso conseguente al loro stato di sottomissione, il tempo infatti cancella dalla memoria il tempo dei diritti e lascia sedimentare solo quello delle rinunce e della sconfitta.

 Il Diritto alla Salute è uguale per ogni cittadino dello Stato Italiano a qualsiasi latitudine e longitudine si trovi, è un diritto sancito dalla Costituzione.

Chiunque impedisca ad un cittadino di ottenere ciò che gli spetta di diritto, commette un “atto incostituzionale”.