Il Movimento Equità Territoriale a Roma si incatena per dire NO all’autonomia differenziata

L’europarlamentare e segretario del MET Pedicini: “Il Paese ha finalmente un partito del Sud che fa gli interessi del Sud”

“Oggi ci siamo incatenati in piazza per protestare contro il progetto scellerato di autonomia differenziata voluto dal Partito dei governatori del Nord, ma il Sud purtroppo è già incatenato da troppi anni. Il ministro Calderoli sta varando una seconda riforma, ma in realtà in Italia già esiste l’autonomia differenziata, col federalismo fiscale e sempre a firma di Calderoli. Riforme che affosseranno per sempre il Sud”. Così l’europarlamentare Greens/EFA e segretario del Movimento Equità Territoriale Piernicola Pedicini, nel corso della manifestazione, sabato 2 dicembre in piazza Santi Apostoli a Roma, che ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di attivisti del Movimento Equità Territoriale, provenienti da tutte le regioni del Sud, ma anche dalla Lombardia e dal Piemonte.

“Le regioni del Nord vogliono trattenere il residuo fiscale – ha proseguito Pedicini -, ma quel denaro non appartiene a loro, è denaro di tutti i cittadini italiani. Le tasse si pagano alla stessa maniera in tutte quante le regioni. Il Sud è già l’area più arretrata in termini di sviluppo economico dell’intera Europa, con questo progetto lo si condanna a non riprendersi mai più. Oggi il Paese ha bisogno di un partito del Sud che faccia gli interessi del Sud e il Movimento Equità Territoriale è l’unico in grado di incarnare le istanze dei cittadini del Mezzogiorno d’Italia”.

“Grazie a una certa flessibilità nell’indirizzo delle risorse a favore delle ‘emergenze’ del Fondo sviluppo e coesione (Fsc) – che ai tempi dei governi berlusconiani recava ancora il nome di Fas (Fondo aree sottoutilizzate) – il Sud è da anni il bancomat del Nord, e adesso ci stanno rubando anche i nostri giovani. Ogni nostro laureato costa, dalla culla alla laurea, un milione di euro e nella sua vita lavorativa vale quattro milioni che saranno tutti guadagnati al Nord, dove i nostri ragazzi sono costretti a trasferirsi. Siamo stufi di essere la colonia di un branco di razzisti che sta al governo”, ha dichiarato lo scrittore e fondatore del MET Pino Aprile.

“Le catene non sono soltanto il simbolo di quello che sta avvenendo con l’autonomia differenziata – ha sottolineato la presidente del Movimento Equità Territoriale, Rossella Solombrino – ma sono il simbolo di un Sud imprigionato da anni. I fondi sono stati sistematicamente distratti dal Meridione e ora, con questa riforma, puntano a cristallizzare un vantaggio economico che dura da troppo tempo. Abbiamo il dovere di invertire questa tendenza”.

Secondo Massimo Mastruzzo del Direttivo nazionale Met, nonché referente regionale per la Lombardia “Questo ‘Sistema Italia’ sta irrimediabilmente giungendo al capolinea, la sua iniquità non è più economicamente sostenibile, né tantomeno moralmente accettabile. Abbiamo il dovere di impedire che la miopia di questo governo blocchi definitivamente lo sviluppo non solo del Mezzogiorno d’Italia, ma di tutto il paese che invece scommettendo sullo sviluppo industriale del sud ne avrebbe un giovamento grazie all’interdipendenza economica, rendendo peraltro tutta la nazione economicamente più stabile.

Un concetto che ritroviamo anche nel libro ” L’economia reale del Mezzogiorno ” degli economisti Alberto Quadrio Curzio e Marco Fortis, dove viene del tutto smontata l’idea autolesionista che l’Italia possa fare ancora a meno del sud. È assurdo” – continua Mastruzzo – “come rispetto al progetto dell’autonomia differenziata del leghista Calderoli, che andrà a modificare così profondamente la costituzione da rendere concretamente a rischio l’unità stessa della Repubblica italiana non vi sia un approfondito dibattito pubblico, con una campagna informativa dei pro e dei contro, per esempio, di contratti di lavoro del settore pubblico che potrebbero passare da nazionali a regionali”. “Mi riferisco” – conclude il referente regionale della Lombardia – “ai docenti e agli altri lavoratori e lavoratrici del settore scolastico, così come per quello sanitario, settori che già oggi hanno seri problemi di carenza del personale, sono stati fatte delle proiezioni di reperibilità e dei costi e dei rischi rispetto a settori fondamentali quali sono l’istruzione e la sanità ?”

Alla manifestazione erano presenti, tra le altre, le telecamere di alcuni network nazionali, è auspicabile nell’interesse dell’intera Nazione, che rispetto a un tema così importante per la vita di tutti i giorni degli italiani, si possa avere una corretta campagna informativa e un commisurato dibattito pubblico.