Francia, attentato in chiesa

ROMA – “Sono stati colpiti i cattolici e con essi tutti i francesi”: Francois Hollande, presidente della Repubblica francese, si esprime così in relazione all’attentato in una chiesa nei pressi di Rouen, in Normandia, dove è stato ucciso un prete e ferite tre persone. “Siamo davanti a una nuova prova – ha detto Hollande – e a una minaccia imminente. Il Daesh ci ha dichiarato guerra e noi la combatteremo nel rispetto dei diritti, perché noi siamo una democrazia”. Hollande ha ricordato il sacerdote ucciso e ha espresso il cordoglio della nazione alla comunità cattolica di Francia; quindi ha affermato che oggi stesso vedrà il vescovo locale, mentre domani incontrerà, ha dichiarato, i rappresentanti di tutte le comunità religiose nel Paese. Quindi ha proseguito: “Dobbiamo restare uniti e prendere coscienza che i terroristi non si fermeranno davanti a niente finché non saremo noi a fermarli”. Il Presidente ha ricordato che “non solo la Francia è sotto attacco, pensiamo ad esempio alla Germania”, sottolineando infine la necessità della “coesione” dei Paesi europei contro il terrorismo dell’Isis.

Il Vescovo di Rouen: giovani, non arrendetevi. “Grido a Dio, con tutti gli uomini di buona volontà. E oso invitare anche i non credenti a unirsi a questo grido”. Inizia così il messaggio di dolore scritto dall’arcivescovo di Rouen, monsignor Dominique Lebrun, a poche ore dalla strage che ha colpito nella sua diocesi la piccola chiesa di Saint-Etienne du Rouvray facendo tre vittime: il parroco, padre Jacques Hamel, 84 anni, e i due autori dell’attacco. Mons. Lebrun si trova a Cracovia dove è in corso la Giornata mondiale della gioventù ma sta rientrando in diocesi dove arriverà già questa sera. “Con i giovani della Gmg – scrive il vescovo – preghiamo come abbiamo pregato sulla tomba di padre Popiulusko a Varsavia assassinato sotto il regime comunista”. Il vicario generale padre Philippe Maheut, si è recato sul posto fin dai primi momenti della tragedia. E il vescovo assicura: “Sarò questa sera nella mia diocesi con i familiari e con la comunità parrocchiale sotto choc”. E aggiunge: “La Chiesa cattolica non può lasciarsi andare alle lacrime ma si unisce in preghiera e continua a lavorare per la fraternità tra gli uomini. Lascio qui centinaia di giovani che sono l’avvenire dell’umanità, quella vera. Domando loro di non arrendersi alle violenze e di diventare apostoli della civiltà dell’amore”.

La solidarietà della Federazione protestante di Francia alla Conferenza episcopale francese
. “La Federazione Protestante di Francia (Fpf) desidera testimoniare sostegno e solidarietà alla Conferenza Episcopale di Francia (Cef) e all’insieme della comunità cattolica di fronte al terribile attacco perpetrato oggi à Saint Etienne du Rouvray”. È quanto si legge in un comunicato stampa pubblicato oggi sul sito della FPF.
Secondo i protestanti francesi l’attacco di questa mattina, perpetrato da tre uomini armati di coltello durante la celebrazione di una funzione religiosa, è “un gesto barbaro che colpisce al cuore l’intera comunità cristiana. La Fpf invita i suoi membri e i protestanti di Francia a stare al fianco dei loro fratelli cristiani nel sostegno e nella preghiera. Questo nuovo attentato mina l’unità delle religioni. La Fpf desidera riaffermare più forte che mai la sua convinzione che resistere al fanatismo, resistere ai tentativi divisivi del terrore, significa mantenersi determinati e uniti tra le diverse fedi”.

Gli attentati in Francia dal 2015 a oggi. L’attacco in una chiesa di campagna nell’Alta Normandia fa parte di una lunga serie di attentati che dal 2015 stanno seminando il panico tra la popolazione francese. Il 2015 si è subito aperto con un sanguinoso evento: l’attacco alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo, in cui hanno perso la vita 17 persone. Poi è stato il turno di Isere, sei mesi dopo: il 26 giugno – in un impianto di gas industriale a Saint-Quentin-Fallaviern, a 30 chilometri da Lione nella regione del Rodano-Alpi – Yassin Salhi, francese di origini marocchine, ha decapitato il suo datore di lavoro e ferito altre due persone. L’attentatore viene arrestato. A Parigi, il 13 novembre, una serie di attacchi compiuti da un commando armato legato all’Isis nel Primo e Decimo arrondissement, nell’Undicesimo arrondissement all’interno del teatro Bataclan, nei pressi dello Stade de France, a Saint-Denis, nella regione dell’Île-de-France. Alla fine il bilancio sarà di 137 morti, inclusi i sette attentatori. Nel 2016 il primo episodio di sangue avviene il 14 giugno a Magnanville, una banlieue di Parigi, Larossi Abballa, francese di origini marocchine, ha ucciso Jean-Baptiste Salvaing, 42enne vicecomandante della polizia giudiziaria a Les Mureaux, e la sua compagna Jessica Schneider, 36 anni. Salvo il figlio di tre anni che era stato preso in ostaggio. L’azione è stata poi rivendicata dall’Isis. Un mese esatto dopo, il 14 luglio, a Nizza un camion lanciato da un uomo contro la folla per due chilometri sul lungomare della Promenade des Anglais, gremita di persone accorse a vedere i fuochi d’artificio per i festeggiamenti per l’anniversario della presa della Bastiglia: 84 morti e circa 130 feriti. Tra le vittime sei italiani. Ucciso dalla polizia l’attentatore Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, e arrestate diverse persone sospettate di essere sue complici. Anche questo attentato è stato rivendicato dal gruppo Stato islamico.

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha espresso al Presidente francese tutta la vicinanza e solidarietà, sua e del governo. (AGESIR-DIRE)

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