Cancro pancreas, prof. Bassi: “Nel 2030 sarà la seconda causa di morte per neoplasia solida”

di Cristiana Panebianco per la rubrica IL CAMICE BIANCO

“Negli ultimi quindici anni, in Italia l’incidenza del cancro del pancreas è aumentata del 59%, percentuale preceduta dal segno +, prediligendo, maggiormente le donne, con un lieve calo nel sud Italia e sarà la seconda causa di morte nel 2030,” dichiara il professore Claudio Bassi*, chirurgo e ordinario di chirurgia generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona, un centro da oltre quattrocento resezioni pancreatiche all’anno, ad “alto volume”, si dice così e si spiegherà in seguito l’importanza di questa definizione, tutt’altro che formale.

Domanda: Professore Bassi, a distanza di tre anni e quattro mesi, torno a farle la stessa domanda: il pancreas nel 2030 sarà la seconda causa di morte nel mondo come emerso dal Simposio veronese del luglio 2014 con i suoi 300 esperti? Rilancia l’allarme? 

Risposta: Assolutamente sì e dobbiamo prenderne atto e consapevolizzarci. La consapevolezza e la ricerca sono fondamentali in questa battaglia, a cui non diamo e non daremo tregua, contro il cancro del pancreas..

 

D. Verona, Napoli, Milano, Roma, domani vedranno alcune delle loro piazze colorarsi di viola nell’ambito della manifestazione “Coloriamo il cielo per illuminare il futuro”, manifestazione organizzata dai pazienti e dalle famiglie dei pazienti tra cui l’associazione veronese “Amici del pancreas”. Lei sarà in piazza?

R. Sì. Sarò in piazza Brà, a Verona, pronto all’ascolto di tutti i partecipanti e per lanciare i nostri palloncini viola con lo sfondo di un’Arena illuminata, anche lei, di viola.  Non si faccia ingannare dal colore; solo nella cultura latina e in parte anglosassone è un colore che evoca, per ragioni religiose, periodi ritenuti non proprio fortunati, quali quelli della Quaresima, questo però è un concetto che abbiamo noi nei confronti di questo colore, che invece nella cultura del nord -America, del sud- America e, soprattutto, dell’Oriente, è un colore che porta molta, molta fortuna; è il colore della speranza!

 

D. Parliamo del rapporto ottenuto con i dati del Ministero della Salute. E’ un rapporto importante perché apre il capitolo fondamentale dei centri di riferimento o dei centri ad alto volume. Può spiegarci meglio cosa si intende per “centro ad alto volume”?

R. Certamente. Un centro ad alto volume è un centro che conta un notevole numero di interventi all’anno e che, quindi, è garanzia di competenza e di un drastico abbassamento della mortalità intra, peri e post operatoria. Si è stimato che il 75% degli ospedali italiani che eseguono resezioni pancreatiche non supera i cinque interventi al pancreas annui e sono meno di venti quelli che eseguono tredici interventi all’anno. Per intenderci: i centri che eseguono da uno a cinque interventi all’anno riportano una mortalità del 12,5%, quelli che eseguono interventi da sei a tredici dell’8%, quelli che eseguono da 14 a 51 interventi del 6% e il 2,5% quelli che eseguono il maggior numero di interventi all’anno, vale a dire i centri ad alto volume italiani che sono l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona e il San Raffaele di Milano.

 

D. Numeri che non hanno bisogno di commenti. Parliamo di fattori di rischio, Professore.

R. Esistono delle differenze, oggi. Si è notato un calo del cancro del pancreas negli uomini e nel sud italia, probabilmente gioca un ruolo primario la dieta mediterranea insieme alla eliminazione di fumo, eccesso di alcool e vita sedentaria.

 

D. Molti studi sono in corso per mappare il cancro del pancreas. Ha una trasmissione genetica?

R. Sì.In circa il 15% dei casi.

D. Quando possiamo parlare di sicura trasmissione genetica?

R. Parliamo di possibile famigliarità quando, all’interno dello stesso albero genealogico, troviamo tre consanguinei affetti da cancro del pancreas. In questo caso, è necessario che il soggetto si rivolga ad un centro di riferimento che, a sua volta, lo inserirà in un Registro coordinato dall’Associazione Italiana per lo Studio del Pancreas e in un Protocollo di stretta sorveglianza per poter effettuare, per quanto possibile, una diagnosi precoce della possibile neoplasia.

 

 

D. Nel 2014 durante il Simposio veronese richiamato, si è parlato di genoma. Oggi, dove siamo arrivati?

R. Ad un buon punto. In primo luogo voglio dire che la sopravvivenza è raddoppiata. Se venti anni fa soltanto il 4% dei pazienti in totale sopravviveva a cinque anni, oggi è l’8%. E’ una percentuale bassa, ancora, me è una percentuale miracolo rispetto a ciò che accadeva, appunto, venti anni fa. Percentuale che noi abbiamo la solida e ferma intenzione di alzare. Riguardo alla genetica, è ormai certo che il tumore del pancreas non è uno solo ma possiede almeno quattro “sottotipi” diversi che determinano conseguenze diverse nell’organismo in cui si presentano. Esistono tumori del pancreas che sono grossi e buoni, mi faccia dire, ed altri che sono piccoli e cattivi. Altri che non recidivano e/o non metastatizzano nelle zone convenzionali, ma in altre zone del corpo e hanno una prognosi migliore quanto alla sopravvivenza. Dalla combinazione di quelle proteine “dettate” da combinazioni genetiche diverse dipendono la velocità di crescita, l’aggressività biologica, la responsività o meno ai farmaci chemioterapici e, anche, la possibilità di modulare gli approcci terapeutici e, quindi, una diversa cronologia delle diverse terapie mediche o chirurgiche. Molto presto infatti saremo in grado di decidere se usare la chemioterapia prima di operare o viceversa oppure ancora la radioterapia pre- chirurgica. Si tratta di studi complessi, che necessitano di tempi che stiamo cercando di ridurre e, in tal senso, la ricerca e il suo finanziamento assumono un ruolo primario e prevalente.

Alziamo il viola nel cielo, quindi.

 

*Il Prof. Claudio Bassi è nato a Verona nel 1952. Ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso l’Università degli Studi di Padova. Nel 1982 si è specializzato in Chirurgia Generale e nel 1986 in Chirurgia Toracica presso l’Università degli Studi di Verona.

Nel 1986 è stato Clinical Fellow nell’unità di Chirurgia dei trapianti, Università di Monaco (Germania), è poi rientrato a Verona come Ricercatore Universitario. Attualmente è Professore Ordinario di Chirurgia Generale e direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale e del Pancreas e dirige l’Istituto del pancreas dell’Azienda Universitaria Ospedaliera di Verona.

E’ stato Visiting Professor in diverse Università estere, tra cui Yale. E’docente nel corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia e nel corso di Laurea in Scienze Infermieristiche; dirige la Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale dell’Università di Verona. Il Prof. Bassi è inoltre responsabile del laboratorio di chirurgia traslazionale presso i laboratori universitari di ricerca medica (LURM).