Calabria, parte dal museo di Altilia una nuova concezione di Agricoltura Sociale

In Calabria ci sono attualmente 5 mila ettari di territorio abbandonati, da poter mettere a regime grazie alle cooperative sociali, nell’ottica di un nuovo sviluppo economico e sociale dell’intera regione.

Ad affermarlo è stato il parlamentare calabrese Nicodemo Oliverio, membro della Commissione Agricoltura presso la Camera dei Deputati, intervenuto al convegno organizzato dalla cooperativa sociale L’Ape millenaria – ideatore e gestore del nuovo museo multimediale di Altilia – in collaborazione con l’associazione IfoRD e il patrocinio della Regione Calabria.

Al centro dell’appuntamento, ospitato in una delle belle sale di palazzo Barracco, sede del museo, proprio le nuove opportunità di sviluppo offerte dalla legge nazionale (la n. 141 del 18 agosto 2015) e quella regionale sull’agricoltura sociale. Ma come fare dunque per mettere in pratica le misure di innovazione e inclusione sociale offerte dalla legge?.

“Innanzitutto c’è l’urgenza di rendere finalmente attuativi i decreti della legge – ha esordito Alfonso Pascale – formatore della Rete delle Fattorie Sociali – che potrebbe fornire oggi l’unico vero strumento di sviluppo di un nuovo modello di Welfare”. A confortare questa visione anche gli ultimi dati Svimez, che legano solo grazie all’agricoltura la timida crescita dell’intero Mezzogiorno d’Italia. “Da sempre l’agricoltura ha una funzione inclusiva – ha aggiunto Pascale – e con l’attuale crisi ecologica e la rottura dei legami a tutti i livelli, oggi con questa legge si può intervenire per rinsaldare i legami, promuovere gli operatori di settore e soprattutto includere lavoratori svantaggiati, anche grazie alle misure che consentono la costituzione di piccoli partenariati locali”.

A confermare tale visione anche Alessandra Celi, responsabile regionale del settore Agricoltura Sociale presso la Regione Calabria, che ribadendo i dati di un welfare regionale profondamente in crisi (30% la soglia di povertà attestata) ha annunciato l’imminente istituzione di un Osservatorio regionale per il supporto sulla redazione dei bandi indirizzati all’agricoltura sociale. “Il settore è molto complesso – ha sottolineato Celi – ma l’obiettivo, anzi la necessità, è quella di dare massima attenzione a tutti quegli elementi che si legano al settore sociale e che, insieme, possono aiutare lo sviluppo dell’intero territorio regionale”. All’attenzione per i bandi, la responsabile regionale ha affiancato massimo supporto anche verso le cooperative sociali che operano sui territori confiscati alle mafie, nonché attenzione costante verso la qualità etica dei prodotti agricoli coltivati su questi territori, che devono essere lontani dall’onta della criminalità organizzata.

La necessità di un maggiore dialogo tra enti, locali e regionali, è stata anche al centro dell’intervento di Natale Carvello, presidente del Gal Kroton. “E’ solo attraverso una collaborazione costante – ha affermato Carvelli – che si può parlare di sviluppo delle aree interne e di inclusione sociale, strumento indispensabile anche per combattere la dispersione scolastica, ancora molto alta proprio nelle zone rurali del territorio regionale”.

L’obiettivo comune emerso durante il Convegno è dunque proprio quello di sfruttare gli strumenti offerti dalla legge sull’agricoltura sociale, anche per avviare una nuova concezione di sviluppo e promozione dei territori. A ribadirlo anche Angelika Bartholomäi, tecnico dell’IfoRD – network di consulenti indipendenti per lo sviluppo delle aree rurali – e responsabile dello sviluppo e la promozione turistica per il FAI. “Oggi più che mai – ha spiegato – è necessario concepire l’agricoltura come elemento portatore di sviluppo culturale e tradizioni, da preservare, ma soprattutto da promuovere nel modo migliore”. Realtà ormai diffusa e in costante crescita in tutta Italia, dove borghi e aree rurali hanno dimostrato lungimiranza nell’aprirsi ad uno sviluppo responsabile ma innovativo, apportando grossi benefici per le aree rurali e le zone limitrofi. E proprio il muovo museo di Altilia, secondo l’IfoRD, potrebbe rappresentare un nuovo modello di promozione identitaria di un territorio. “E’ una struttura innovativa – ha concluso Bartholomäi – che può diventare destinazione turistica rurale e modello di sviluppo sostenibile di un territorio”. A raccogliere le istanze espresse dagli ospiti e concludere il Convegno Nicodemo Oliverio, che dopo aver ripercorso l’iter per la messa e l’approvazione della legge, ha garantito anche ulteriore impegno per la risoluzione parlamentare degli attuali blocchi esistenti sulla legge, su tutti l’accelerazione per l’attuazione dei decreti attuativi, e un maggiore coinvolgimento della Regione per l’attivazione di tutte quelle linee di intervento che guardano all’integrazione sociale nell’agricoltura.

“Ovviamente – ha sottolineato Oliverio – è necessaria la collaborazione di tutti gli enti preposti, perché solo attraverso il dialogo e la collaborazione di tutti sarà possibile svincolare risorse, aree demaniali da riconvertire, attuare linee di intervento e supportare le cooperative sociali” . “Un primo passo l’abbiamo fatto oggi con questo Convegno – ha concluso Oliverio – che in questo museo lascia aperta la porta del dialogo per la sviluppo comune di idee, studio e collaborazione”.

Il convegno ha visto la partecipazione di diversi sindaci dei comuni del Marchesato, operatori di settore e rappresentanti delle associazioni di categoria. (Comunicato Stampa)