Banco Alimentare: “Guerra e inflazione incidono sulla disponibilità di eccedenze alimentari per chi è in difficoltà: -11% rispetto all’anno precedente”

I settori dell’industria e della Grande Distribuzione Organizzata per far fronte dell’aumento dei costi delle materie prime e del forte incremento del costo dell’energia hanno adottato politiche di ottimizzazione dal punto di vista produttivo e distributivo, condizionando anche la disponibilità di prodotto recuperabile

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“Quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento di epoca. Questa affermazione, pronunciata nel dicembre 2019 da Papa Francesco, ci colpì per la profonda verità che racchiudeva. Probabilmente non l’avevamo compresa appieno. Forse cambiamento d’epoca significa che oggi la normalità ha assunto il volto di un’emergenza continua” afferma Giovanni Bruno, Presidente di Fondazione Banco Alimentare. “Lo scorso anno è stato di oltre 1.700.000 il numero di persone che si sono rivolte alle 7.600 Organizzazioni Partner Territoriali di Banco Alimentare e si è cercato di far fronte all’aumento del bisogno, al ridursi delle eccedenze, al calo di donazioni e all’aumento dei costi, sempre con la stessa convinzione: contribuire al bene comune attraverso tutto il nostro impegno quotidiano”.

La filiera agroalimentare italiana produce mediamente 5,6 milioni di tonnellate di cibo in eccedenza*. Questo numero include cibo ancora buono e sicuro, che non viene venduto per varie ragioni. Il valore economico di questo surplus supera i 12,6 miliardi di euro, mentre il numero di persone che hanno bisogno di cibo nel nostro Paese aumenta ogni giorno. L’enorme quantità di cibo prodotta in eccesso, quindi, può essere sprecata, oppure recuperata per sostenere tutti coloro che ne hanno necessità. L’opera di Banco Alimentare è guidata dal desiderio di contribuire a creare un mondo solidale e inclusivo, in cui gli sprechi possono diventare risorse.

Nel corso del 2022 Banco Alimentare ha distribuito 112.707 tonnellate di cibo (-11% rispetto al 2021), corrispondenti a 67 kg per persona aiutata (-12% rispetto al 2021). Gli alimenti provenienti dai due programmi Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) e del Fondo Nazionale (FN), erogati da AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), rappresentano il 53,5% degli alimenti distribuiti da Banco Alimentare e hanno registrato un calo, passando da 70.398 tonnellate a 60.347 (-14%), determinato soprattutto dall’incremento dei costi delle materie prime e di produzione, dovuti alle conseguenze del conflitto ucraino.

I settori dell’industria e della Grande Distribuzione Organizzata per far fronte dell’aumento dei costi delle materie prime e del forte incremento del costo dell’energia hanno adottato politiche di ottimizzazione dal punto di vista produttivo e distributivo, condizionando anche la disponibilità di prodotto recuperabile. Tuttavia, le quantità di alimenti recuperati sono rimaste pressoché invariate: industria -1% e GDO -3%. Per l’industria, che rappresenta il 14,8% degli alimenti distribuiti da Banco Alimentare, si è registrato un calo del numero di donatori, passati a 1.500 rispetto ai 1.600 dell’anno precedente. Il canale della GDO rappresenta circa il 20% del totale degli alimenti raccolti, pari a 22.129 tonnellate, di cui 15.992 tonnellate raccolte attraverso il programma Siticibo  dedicato al recupero di cibo cotto e fresco in eccedenza dalla GDO e dalla Ristorazione (hotel, mense aziendali e ospedaliere, refettori scolastici, esercizi al dettaglio, etc.), ha registrato un -2% rispetto al 2021, nonostante l’aumento del numero di punti vendita passati da circa 1.700 nel 2021 a 1.900 nel 2022), e 6.137 tonnellate dai Centri di Distribuzione (-7% rispetto al 2021).

Il recupero dei prodotti ortofrutticoli ritirati sul mercato e donati dalle grandi aziende ortofrutticole attraverso AGEA, ha registrato una quantità pari a 4.632 tonnellate di alimenti, – 4% del totale riconfermando le numeriche dell’anno precedente. Infine, il canale della Ristorazione (sempre attraverso il programma Siticibo) ha registrato un incremento (+34%) dovuto alla ripartenza importante del comparto della ristorazione collettiva, a differenza del 2021 in cui si era rilevata una riduzione significativa a causa della pandemia. Accanto all’attività quotidiana, ogni anno, a fine novembre, Fondazione organizza e coordina la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, attraverso il coinvolgimento delle Organizzazioni Banco Alimentare sul territorio. Lo scorso anno questa iniziativa ha impattato per il 6,7% sul totale degli alimenti distribuiti.

La questione ambientale è fortemente collegata alla mission di Banco Alimentare, infatti, si stima che lo spreco alimentare generi l’8-10% delle emissioni di gas serra globali. Per questa ragione la riduzione degli impatti ambientali è un tema molto sentito dalla Fondazione, che ne ha fatto un principio fondamentale del proprio codice etico. L’impatto ambientale di Banco Alimentare è un bilancio fra impatti positivi generati attraverso l’attività di recupero delle eccedenze, e impatti negativi conseguenti l’utilizzo di combustibili fossili per il riscaldamento, la produzione di energia elettrica e la movimentazione logistica. Nel 2022 sono state salvate ed evitate 77.104 tCO2e.

“Il 2023 si è aperto con un quadro politico ed economico non certo migliore e, considerando che gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU sembrano allontanarsi, quanto ci viene richiesto è un rinnovato sforzo per incrementare i recuperi e ridurre gli sprechi. La situazione attuale di incertezza ci ha pertanto indotto a promuovere un ciclo triennale di ricerche relative alle eccedenze alimentari e alla povertà in Italia di cui vedremo i primi risultati in autunno. Inoltre, è stato potenziato il programma Siticibo nella GDO, settore in crescita e ancora con molte possibilità di sviluppo, su cui stiamo investendo” – conclude Giovanni Bruno, Presidente di Fondazione Banco Alimentare.

*Fonte: Surplus Food Management Against Food Waste – Il recupero delle eccedenze alimentari. Dalle parole ai fatti, 2015 – Ricerca promossa in collaborazione da Politecnico di Milano e Banco Alimentare.