Bambini malati di cuore in Italia con la speranza di una cura

Mohamed, 6 anni, ha affrontato un intervento al cuore molto complesso, i medici erano preoccupati. Ma l’operazione è andata bene, si è svegliato accanto alla sua mamma e presto potrà tornare a casa sua, in Egitto.

Mohamed è uno dei 70 bambini gravemente cardiopatici e senza speranza di cura nel proprio Paese che dal 2016 a oggi, grazie al progetto “Cuori in emergenza” dell’associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo, sono stati operati in Italia, presso l’I.R.C.C.S. Policlinico San Donatoa San Donato Milanese.

Un’iniziativa preziosa, ancora di più da quando il COVID-19 ha costretto l’organizzazione – dal 1993 impegnata a curare i piccoli nati nelle aree più difficili del pianeta grazie alla collaborazione volontaria di più di 150 chirurghi, medici, infermieri e tecnici sanitari – a interrompere per ben due anni le sue missioni operatorie all’estero, lentamente riprese solo lo scorso ottobre.

Per questo Bambini Cardiopatici nel Mondo ha deciso di promuovere una campagna di raccolta fondi proprio a sostegno di “Cuori in emergenza”. Chiunque lo desidera può contribuire inviando un SMS o effettuando una chiamata da rete fissa al numero solidale 45587 dal 17 gennaio al 26 febbraio 2022.

Nel complesso ogni singolo intervento di “Cuori in emergenza”, in assenza di partnership con enti o istituzioni, costa in media 18 mila euro. A seconda dei casi, Bambini Cardiopatici nel Mondo assicura la copertura di tutte le spese necessarie: per il trasferimento da e per il Paese di origine, per la degenza ospedaliera, per gli esami diagnostici, per l’intervento chirurgico e i trattamenti nel periodo post operatorio, ma anche per l’accoglienza presso strutture esterne all’ospedale durante il periodo di quarantena obbligatoria pre-intervento di pazienti e familiari accompagnatori.

Nel mondo ci sono più di 6 milioni di bambini malati di cuore. Attualmente le cardiopatie congenite vengono per lo più diagnosticate in epoca fetale e trattate chirurgicamente – in Europa e nel Nord America – già in epoca neonatale: l’85% dei bambini operati raggiunge l’età adulta.

Nonostante le cardiopatie congenite abbiano un’incidenza simile nei paesi sviluppati e in quelli in via di sviluppo, in questi ultimi la mancanza di un’adeguata assistenza sanitaria rende le cardiopatie infantili una vera e propria urgenza sociale: ogni anno nascono 2 milioni di bambini malati di cuore, di cui 1 milione e 500.000 non hanno speranza di vita perché nati in paesi poveri.