Amnesty: “Stop ai trasferimenti di armi in Yemen dall’Italia”

Secondo i dati raccolti da Amnesty International, l’Italia è il terzo Paese, dopo USA e UK, a inviare armi verso l’Arabia Saudita. In particolare, AI ha lanciato un appello affinché il nostro Paese smetta di armare la coalizione a guida saudita protagonista della sanguinosa guerra in Yemen, che da marzo 2015 ha già ucciso oltre duemila civili, mietendo centinaia di vittime tra i bambini. Di seguito l’appello diffuso da Amnesty.

 

YEMEN – Da marzo 2015, il sanguinoso conflitto in Yemen ha ucciso oltre 2100 civili, tra cui almeno 400 bambini. In tutto lo Yemen è in corso una disperata crisi umanitaria e oltre 1.400.000 persone sono sfollate. Le schiaccianti prove di crimini di guerra commessi nello Yemen dalla coalizione a guida saudita, che riceve armi da diversi paesi tra cui l’Italia, evidenziano l’urgente bisogno di una sospensione dei trasferimenti di una serie di armi.

Nel rapporto “Piovono bombe dal cielo giorno e notte“, Amnesty International ha rivelato prove di attacchi aerei illegali compiuti dalla coalizione a guida saudita, alcuni dei quali costituiscono crimini di guerra, e ha dimostrato quanto sia indispensabile fermare le forniture di armi che vengono usate per commettere queste violazioni dei diritti umani.

Il rapporto di Amnesty International mette in evidenza il costante disprezzo per la vita dei civili mostrato dalla coalizione a guida saudita, che in violazione del diritto internazionale ha dichiarato obiettivi militari le intere città di Sa’da e Marran. In almeno quattro attacchi, le abitazioni distrutte sono state colpite più di una volta e ciò lascia intendere che fossero proprio loro gli obiettivi degli attacchi, pur in assenza di alcuna prova che fossero usate per scopi militari.

Le prove raccolte in mesi di ricerche da Amnesty International dimostrano come tutte le parti in conflitto abbiamo commesso violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, con attacchi indiscriminati, usando armi imprecise, in aree densamente popolate.

La maggior parte delle vittime civili nel conflitto dello Yemen è stata causata dagli attacchi aerei della coalizione a guida saudita. Sa’da è la città che ha subito le maggiori distruzioni.

I ricercatori di Amnesty International hanno rinvenuto resti di due tipi di bombe a grappolo: le sub-munizioni BLU-97 col loro contenitore CBU-97 e la più sofisticata CBU 105 Sensor Fuzed Weapon. Le bombe a grappolo, vietate dal diritto internazionale, rilasciano numerose piccole bombe in un’area molto vasta. Molte di queste non esplodono all’impatto e diventano una minaccia mortale per chiunque vi entri in contatto.

Gli stati che inviano armi a coloro che prendono parte al conflitto nello Yemen hanno il dovere di assicurarsi che i trasferimenti da loro autorizzati non stiano favorendo gravi violazioni del diritto internazionale umanitario.

Amnesty International chiede la sospensione dei trasferimenti, ai paesi membri della coalizione a guida saudita impegnati nella campagna militare dello Yemen, di armi e munizioni che sono state usate per commettere violazioni del diritto internazionale umanitario, crimini di guerra compresi: in particolare, le bombe della serie MK (MARK) 80 e altri tipi di bombe per uso generico, aerei ed elicotteri da combattimento e loro parti e componenti.

Le armi italiane
Comtrade è un database open source amministrato dall’Onu che compila le statistiche del commercio di armi di più di 170 paesi. Il registro delle armi convenzionali è stato fondato nei primi anni 90 dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il disarmo per monitorare i trasferimenti di armi tra stati “per evitare l’accumulo eccessivo e destabilizzante di armi. . . al fine di promuovere la stabilità e rafforzare la pace e la sicurezza regionale o internazionale”.

Secondo i dati Comtrade, i maggiori fornitori di armi verso l’Arabia Saudita nel periodo 2010-2014 per la categoria 93 (armi e munizioni) sono in ordine di grandezza:
Usa: US $ 1.475.074.339
Uk: US $ 1.046.093.252
Italia: US $ 331.256.631

Sebbene Comtrade e il registro delle Nazioni Unite delle armi convenzionali siano fonti ufficiali, è importante notare che molti paesi non riportano a questi organismi dati completi, ma le informazioni raccolte rappresentano solo i trasferimenti attraverso i confini e non la destinazione finale e/o l’utente finale. Il dato va quindi considerato al ribasso.

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Redazione

foto di Amnesty International