Accoglienza migranti. Filly Pollinzi (Possibile) dopo vicenda Cas Camigliatello: “Governo renda obbligatorio sistema Sprar”

Il reclutamento di caporali (foto Ciofani)

Pubblichiamo di seguito una nota a firma di Filly Pollinzi, dirigente nazionale di Possibile, in seguito all’operazione dei Carabinieri che nei giorni scorsi ha portato all’arresto di 14 persone nel cosentino per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, abuso d’ufficio e tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Gli arrestati sono accusati di aver sfruttato i migranti ospitati in un C.A.S. della provincia di Cosenza facendoli lavorare nei campi dieci ore al giorno per 15, massimo 20 euro.

Quando la cronaca ci consegna fatti come quelli del Centro di Accoglienza Straordinaria di Camigliatello (CS), in cui chi dovrebbe essere protetto e sostenuto viene sfruttato come schiavo nei campi e utilizzato per erodere finanziamenti pubblici, siamo costretti, una volta di più, a riflettere sul sistema di accoglienza del nostro Paese.

I C.A.S.  sono nati come strutture temporanee e emergenziali  ma, guardando i dati complessivi,  hanno finito per prendere posto del sistema ordinario degli Sprar. Strutturare l’emergenza, e quindi  far assorbire l’accoglienza a centri nati per essere temporanei, non solo è una contraddizione in termini ma dimostra una miope lettura della realtà che è negazione stessa della politica.

Un sistema basato sull’emergenza implica una forte disomogeneità sul territorio, nella gestione e anche nel controllo con gravi ripercussioni sui richiedenti asilo. Certo, la vicenda di Camigliatello è una vicenda che non può travolgere tutti i centri, ma dovrebbe indurci a uscire immediatamente da un approccio emergenziale sbagliato che contribuisce anche a una percezione falsata del fenomeno migratorio.

Possibile, accanto all’impegno dei suoi parlamentari in Italia e in Europa, grazie al lavoro di Stefano Catone, autore di “Nessun Paese è un’isola”,  è impegnata a diffondere conoscenza su dati precisi e esempi concreti di buona accoglienza. L’intento è quello di provare a ribaltare l’approccio politico superficiale di chi continua a sostenere la necessità dei grandi centri (come AP  e altri stanno facendo anche in queste ore), “sponsorizzando”, invece, tutti i vantaggi degli Sprar, per i migranti e per le comunità.

Episodi di sfruttamento e distorsioni del concetto stesso di solidarietà e servizio, malgrado la retorica di alcuni esponenti politici che elogiano la linea Minniti, non si evitano né si contrastano con scelte securitarie. Dopo tutti i rilievi fortemente negativi che il nostro gruppo parlamentare ha fatto bocciando il Decreto voluto dal Viminale, soprattutto per gli squarci prodotti nelle garanzie costituzionali, manifestiamo una perplessità ulteriore sulla soluzione prospettata dal Ministro e fattasi subito propaganda di una politica che non ragiona: che senso ha un Osservatorio di monitoraggio permanente dei centri di accoglienza quando già le Prefetture dovrebbero occuparsi di controllo e trasparenza degli stessi servizi da esse affidate?

In Calabria, in controtendenza con gran parte del Paese, il sistema Sprar è il più diffuso, come dimostrano i dati del Ministero, ed è anche quello che consente il rispetto della dignità dei richiedenti asilo, l’integrazione con le comunità e ricadute in termini anche occupazionali. Forse, il Governo, piuttosto che creare una “giustizia etnica” come fa con il “Minniti-Orlando” o risolvere le distorsioni con un Osservatorio che duplica funzioni già esistenti, e intanto che l’Europa decide se affrontare la questione migratoria con formule solidaristiche ma razionali, potrebbe rendere il sistema Sprar, che ha maggiori garanzie e fornisce maggiori servizi, obbligatorio.