A “Fuori dal Coro” il politologo russo Aleksandr Dugin: «Zelensky è un buffone, totalmente irresponsabile»

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Foto: QuiMediaset

«Perché Putin non parla con Zelensky?  Perché non pensa sia il soggetto, è il buffone, è totalmente irresponsabile e non può decidere per la pace o per il conflitto. Credo che Putin parlerà solo con i personaggi che contano davvero e che possono decidere delle situazioni critiche di oggi e non con Zelensky che non rappresenta nulla». Queste le parole del filosofo e politologo russo Aleksandr Dugin in un’intervista andata in onda ieri sera a  “Fuori dal Coro” – il programma di approfondimento e inchiesta condotto da Mario Giordano su Retequattro.

Aleksandr Dugin: «La civilizzazione occidentale e moderna è l’Anticristo. La nostra lotta è precisamente contro questo Anticristo. Questa è l’ultima battaglia, la lotta della fine della storia in un certo senso».

 

Per la Russia è una guerra di religione?

Aleksandr Dugin: «È una guerra di religione, contro l’anti-religione, contro il satanismo moderno liberale. Questa è la guerra santa delle civiltà, delle culture che non sono d’accordo a diventare come l’Occidente».

Questa in Occidente sta passando anche come una guerra contro i nostri valori portanti: la democrazia, la libertà. Cosa c’è che non va in questi valori?

Aleksandr Dugin: «Questo sistema dei valori moderni, occidentali, post-cristiani, post-tradizionali non sono uguali a niente, non solo i valori sacri. Sono delle forme di distruzione dei valori e delle gerarchie, della spiritualità e dell’ordine religioso. Per l’identità profondamente tradizionale e cristiana dei russi non sono niente».

Secondo lei quindi l’Occidente sbaglia a sentirsi più forte in virtù di questi valori?

Aleksandr Dugin: «La Russia reagisce contro quest’egemonia culturale. Questa maniera arrogante di condursi dell’Occidente, questa assenza totale di possibilità di concepire l’esistenza dell’altro è il punto più debole dell’Occidente e sarà la ragione e la causa della sua fine».

 

In che cosa la Russia si ritiene più forte?

Aleksandr Dugin: «Noi ci sentiamo la terza Roma, la Roma eterna. La Russia vincerà sull’Occidente per dare l’esempio di come vincere quest’egemonia occidentale. La vittoria della Russia significherà la fine della fine della storia».

Però la Russia ha anche colpito degli obiettivi civili.

Aleksandr Dugin: «No. L’avanzare dell’esercito russo è lento precisamente per questa ragione: tutte le nostre truppe hanno ricevuto l’ordine molto serio e molto grave di non colpire oggetti civili. Tutti gli oggetti civili che sono stati distrutti nel corso delle battaglie in Ucraina sono oggetti militari distrutti da noi o oggetti civili distrutti dagli ucraini nazionalisti, per attribuire la colpa di questo ai russi».

Secondo lei è possibile che si faccia ricorso al nucleare?

Aleksandr Dugin: «Credo di sì. È molto difficile dire questo ma l’unica potenza mondiale, l’unico centro nel mondo che può scatenare questa guerra nucleare sono gli Stati Uniti. Se gli Stati Uniti decideranno di intervenire direttamente nel conflitto, questo sarà identico a cominciare la terza guerra mondiale e la guerra nucleare».

Quale legame esiste oggi tra Russia e Cina? Sarà un’alleanza che potrà cambiare l’ordine mondiale?

Aleksandr Dugin: «Sì, i legami sono migliori che mai. Le relazioni tra Xi Jinping e Putin sono migliori perché lottano contro unipolarismo. Siamo amici per ricreare l’ordine globale. La Cina può essere la soluzione per la Russia colpita dalle sanzioni. Questo è molto più di un’amicizia, questa è un’alleanza storica».

Oggi cosa dovrebbe fare l’Europa, secondo lei?

Aleksandr Dugin: «Credo che oggi l’Europa non esista con la civiltà, con la cultura indipendente. È una base militare degli Stati Uniti e uno strumento occidentale. La civiltà russa, o altre culture orientali, possono essere d’esempio per la salvezza europea, altrimenti l’Europa sarà morta nella distruzione di questa Torre di Babele che è la civiltà globale e liberale. L’Europa attuale morirà. Quando la Russia con Putin è diventata più forte, ha cominciato da lì ad acquistare certe zone. L’idea della Russia è diventare il polo indipendente e sovrano spiega il perché di questa operazione militare».

Su gay e gay pride concorda con il patriarca di Mosca: questa è una guerra contro i gay?

Aleksandr Dugin: «Non si tratta della guerra contro gli omosessuali. Il fenomeno dei gay, per noi cristiani-ortodossi, è semplicemente peccato. Come tutti i peccati esistevano, esistono ed esisteranno. Questa è la lotta contro la normalizzazione del peccato. Questa idea di obbligare tutti ad essere d’accordo con il valore LGBT+, la distruzione delle famiglie. La cultura occidentale liberale ha dimenticato totalmente che è peccato e chi difende il peccato è il diavolo. La Russia ha dichiarato la rivolta, non possiamo esistere nel mondo dove il peccato è la norma».

Putin nel suo discorso cita il Vangelo,  cosa da molti definita una bestemmia. Perché questo gesto?

Aleksandr Dugin: «L’Occidente moderno, la civiltà anticristiana è basata sulla distruzione dei valori cristiani, del Vangelo, del Cristianesimo nella cultura, nell’educazione, nella politica, nella scienza. Le parole del nostro presidente sono la manifestazione della verità. È evidente come la nostra lotta è contro questo Anticristo. Il vero scontro delle civiltà oggi è precisamente la grande civiltà con l’arma nucleare russa contro questa egemonia dell’Occidente. Gli unici che possono decidere di trasformare questo scontro delle civiltà nel conflitto nucleare sono gli Stati Uniti, con Joe Biden e la gente intorno a lui».

 

Esiste questo rischio? Qual è la sua opinione su Biden?

Aleksandr Dugin: «Credo che Biden rappresenti il maniaco totalitarista che ha voluto bombardare la Jugoslavia, un globalista convinto, molto pericoloso, molto meno normale rispetto a Trump. Forse Biden sarà la figura più pericolosa per il mondo. Se l’esercito Nato entrerà nel conflitto diretto con la Russia questo sarà la stessa cosa di iniziare la guerra nucleare perché certamente la Russia risponderà. Oggi il destino del mondo sta nelle mani di questo fanatico».