Un rifugio da indossare: l’idea degli studenti di Londra per i siriani in fuga

Refugee wearable dwelling

ROMAÈ un impermeabile. Ma può diventare un sacco a pelo. E anche una tenda. È il “Refugee wearable dwelling”, la ‘dimora che i rifugiati possono indossare’ o il ‘rifugio da indossare’. L’hanno realizzata gli studenti del corso di Interior design & textiles del Royal College of Art di Londra, guidati dai professori Harriet Harriss e Graeme Brooker e con la collaborazione del marchio londinese Wall, per i siriani in fuga dalla guerra. Al momento il ‘rifugio’ è ancora un prototipo ma l’oiettivo è produrlo in serie per poterlo distribuire “là dove c’è più bisogno” attraverso associazioni e onlus. Per questo motivo è stato lanciato un crowdfunding attraverso la piattaforma Kickstarter per raccogliere le 300 mila sterline necessarie per realizzare gli impermeabili e permettere alle associazioni che aiutano i rifugiati di trasportarli e distribuirli dove servono. “Abbiamo bisogno di aiuto – scrivono nella presentazione del progetto su Kickstarter i tutor – aiutaci a fare la differenza”.

Il rifugio da indossare è fatto con materiali economici e sostenibili dato che “l’idea è distribuirlo a buon mercato e non è certo una soluzione a lungo termine”. Per realizzare il prototipo sono stati usati il Tyvek, un materiale resistente alla pioggia ma morbido e leggero, e il Mylar, una pellicola in poliestere che viene utilizzata anche dai maratoneti per proteggersi dall’aria. All’interno ci sono tante tasche in cui poter conservare i propri oggetti personali.

Non tutti però sono d’accordo sulla sua utilità. Un volontario dell’associazione umanitaria Doctors of the world ha fatto notare al Guardian che “forse non è adatto a proteggere i rifugiati che attraversano i Balcani a piedi con 10 gradi sottozero, forse va bene per chi va ai festival o al limite per i senzatetto”. Per Harriet Harriss, tutor del progetto, “anche se può sembrare ingenua, l’idea è nata dal senso di impotenza nell’aiutare chi scappa dalla Siria. Come designer cerchiamo di contribuire come possiamo”. Il piano di marketing per lanciare l’impermeabile potrebbe includere anche un’opzione per chi va ai festival del tipo “comprane uno per te, regalane uno a un rifugiato”. L’obiettivo è di averlo pronto entro luglio 2016. (Redattore Sociale)