Un G7 che non è piaciuto

ROMA – Un summit del G7 che scontenta tutti e che si conclude senza assumere impegni concreti. 
La ‘convergenza diplomatica’ ha sicuramente fatto i conti con alcune importanti aree di disaccordo, pur senza spezzare l’unità del gruppo. È forse questo, da un punto di vista politico, il risultato più importante del Summit. Sarà solo il futuro, a partire da quanto avverrà ad Amburgo nel prossimo vertice del G20, a decretare le prospettive di questa formula. Nel frattempo si susseguono le prese di posizione.

Per la Coalizione italiana contro la povertà (Gcap), si è trattato di un “summit dai risultati insoddisfacenti. È la società civile internazionale che deve continuare a mantenere alta l’attenzione su questi summit internazionali, perché favoriscano processi che poi trovino un punto di sintesi democratica negli ambiti multilaterali di competenza. La speranza è ora nel prossimo vertice del G20, di luglio prossimo, ad Amburgo”.
“Lo sviluppo sostenibile e l’Agenda 2030 non possono essere un ‘per esempio’ tra molti altri, così come riduttivamente menzionati all’inizio del comunicato finale del G7 – commentano i portavoce della Coalizione italiana contro la povertà, Stefania Burbo e Massimo Pallottino -. L’aver evitato che questo tema scivolasse fuori dalla sintesi del vertice non è abbastanza, ed è grave che siano solo menzionati nei paragrafi relativi all’Africa. Si tratta di un completo rovesciamento della logica degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, approvati meno di due anni fa da 200 paesi e, a quanto pare, già a rischio di essere dimenticati nel loro senso più profondo”.

Per la Coalizione, “l’ambizione di affermare una strategia di medio periodo sul tema della mobilità umana attraverso un approccio olistico e integrato è fallita. Una visione che si rivela necessaria di fronte a un fenomeno complesso come quello delle migrazioni causate da povertà, guerre, instabilità, cambiamento climatico”.
“Non c’è traccia di un’attenzione reale sull’emergenza umanitaria che si sta consumando davanti alle coste dell’isola che ha ospitato questo vertice, la Sicilia. Un’ecatombe che ha visto quasi 5 mila morti nel 2016”, dichiarano i portavoce Gcap Italia. Il G7 ha riaffermato come l’interesse e la sicurezza nazionale siano sempre il vero elemento di discrimine nella definizione delle misure necessarie. E questo, come dimostra la più recente attualità, rischia di renderci ciechi di fronte alla costante violazione dei diritti dei migranti e dei rifugiati.

Sul cambiamento climatico, nonostante l’incertezza degli Stati Uniti d’America, sei dei paesi con le economie più industrializzate del mondo hanno riaffermato il loro coinvolgimento per un’azione globale sul clima, confermando la loro volontà di rispettare gli impegni assunti nel quadro degli Accordi di Parigi. “Siamo in un mondo nel quale la transizione energetica sta rapidamente influenzando l’economia – spiegano i co-portavoce – Esistono già molte esperienze per un’economia pulita, dal basso, con uno sguardo alle future generazioni: è possibile affrontare il cambiamento climatico aumentando le opportunità di lavoro, migliorando la salute dei cittadini e delle cittadine e garantendo un ambiente pulito e sicuro. Ora, è il turno di altri leader del mondo – a partire dal G20 – di assicurare che questo segnale positivo venga amplificato e sviluppato su larga scala”.

Su sicurezza alimentare e lotta alla fame non sono stati stanziati i fondi addizionali nonostante il riconoscimento da parte dei 7 leader della necessità di un’azione urgente in Africa Sub-Sahariana: “Riteniamo quindi che non sia stato fatto alcun passo avanti, piuttosto uno indietro, nel rendere operativo l’ambizioso obiettivo fissato ad Elmau nel 2015”. Anche di fronte all’emergenza carestie il G7 ha fallito: nessuna risorsa aggiuntiva è stata allocata per rispondere all’appello umanitario delle Nazioni Unite. Si incoraggiano piuttosto alcune tra le ricette più di moda nel panorama internazionale, come ‘soluzioni di blending e di partnership pubblico-privata’. “Ma con quali caratteristiche? – chiedono i portavoce della GCAP – Veramente possiamo dare per scontata una convergenza tra attori del settore pubblico, della società civile e del settore privato for profit?”

Infine, viene apprezzato il fatto che il comunicato finale del Summit di Taormina mostri un’attenzione verso le questioni di genere, ma le dichiarazioni di principio non bastano. La G7 Roadmap for a Gender-Responsive Economic Environment si rivolge solo ai Paesi del G7, dimenticandosi delle donne del Sud, delle donne migranti e delle donne rifugiate. “Servono azioni precise e concrete per promuovere l’empowerment di tutte le donne: auspichiamo che la ministeriale delle donne ne tenga conto”.
Gcap Italia constata inoltre con preoccupazione che la salute globale non è stata riconosciuta come diritto umano fondamentale.

Save the Children: “I leader hanno mancato i loro impegni per i bambini”
. L’organizzazione è profondamente delusa da un vertice in cui i leader del G7, “pur riunendosi in un luogo simbolico come la Sicilia, cuore del flusso migratorio del Mar Mediterraneo, non sono riusciti ad impegnarsi su una visione comune sul tema della migrazione”. L’Organizzazione accoglie con favore invece “il riconoscimento da parte dei leader della necessità di proteggere i più vulnerabili tra i migranti, tra cui adolescenti, bambini e minori non accompagnati. Ma ancora una volta l’attenzione si sposta sui temi della sicurezza e del controllo delle frontiere, pregiudicando fortemente il primo dovere dei leader del G7 che è quello di proteggere i bambini dalla violenza, dagli abusi e dallo sfruttamento, incluso il traffico dei minori. I minori migranti hanno esigenze comuni e affrontano sfide comuni. L’opportunità persa del G7 significa che a pagarne il prezzo saranno 28 milioni di bambini che sono stati costretti a lasciare la propria casa, fuggendo dalla guerra e dalle violenze”,

“I leader G7 hanno fallito prima di tutto nei confronti dei bambini. Non sono stati all’altezza delle aspettative sia sulla migrazione che sull’educazione, la sicurezza alimentare e la nutrizione. Questo vertice è finito lasciandosi alle spalle milioni di bambini vulnerabili. Siamo delusi perché i leader hanno semplicemente riaffermato principi esistenti senza assumere nuovi impegni”, denuncia Egizia Petroccione, portavoce di Save the Children al G7.
I leader del G7 hanno ribadito i loro impegni sulla sicurezza alimentare e sulla nutrizione, che erano già stati concordati negli ultimi due vertici, ma hanno perso l’opportunità di tradurre queste promesse in azioni concrete. Save the Children accoglie favorevolmente l’appello delle Nazioni Unite per il Sud Sudan, Nigeria, Somalia e Yemen, ma sottolinea che i governi del G7 hanno concluso il vertice senza stanziare nuove risorse finanziarie né per interventi a lungo termine, che affrontino i temi dell’insicurezza alimentare e della malnutrizione, né per combattere le crisi umanitarie in corso. Sono 159 milioni i bambini affetti da malnutrizione acuta che ne subiranno le conseguenze.

Msf: “Ancora negato l’accesso alle cure”. “I leader del G7 hanno perso un’opportunità importante per rimediare al fallimento dei governi e fornire una risposta umana alla crisi globale delle migrazioni forzate”, ha detto Gabriele Eminente, direttore generale di Medici Senza Frontiere. “Hanno deciso di affrontare questa crisi soltanto attraverso il filtro della sicurezza nazionale, punendo e criminalizzando le persone in fuga. Come MSF vediamo con i nostri occhi gli impatti di queste politiche sulle persone che assistiamo in tutto il mondo, nel Mediterraneo diventato un enorme cimitero, nelle terribili condizioni dei centri di detenzione in Libia, nei drammatici bisogni umanitari dei rifugiati siriani o nell’estremo livello di violenza sulla rotta di migranti e rifugiati in America Centrale. Il fallimento del G7 di Taormina potrà solo causare più sofferenze, aumentare le morti in mare, perpetuare le terribili condizioni di accoglienza per migranti e rifugiati, e giustificare accordi inumani che esternalizzano la gestione della migrazione a paesi insicuri. Tutto questo, sotto gli occhi del mondo intero e in totale disprezzo dei diritti umani e dei principi umanitari di base.”

“I paesi ricchi e sviluppati dovrebbero affrontare la duplice sfida dei prezzi inaccettabilmente elevati dei farmaci di ultima generazione e l’assenza di un’adeguata ricerca e sviluppo che risponda ai problemi di salute globali quali le infezioni resistenti ai farmaci – aggiunge Els Torreele, direttore della Campagna per l’Accesso ai Farmaci Essenziali di MSF -. È inaccettabile che ancora nel 2017 milioni di persone non abbiano accesso al trattamento di cui hanno bisogno perché le terapie sono troppo costose o semplicemente non esistono. Gli investimenti dei paesi del G7 sulla ricerca scientifica devono essere orientati dai bisogni di salute pubblica globale e non dalla massimizzazione dei profitti o dalle minacce alla sicurezza internazionale.” (Agenzia Redattore Sociale)

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