Torna Ottobre rosa, con Lilt visite senologiche gratuite: ecco come prenotare

‘Il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo far risuonare un campanellino d’allarme a partire dalle giovani ragazze di 16, 17 e 18 anni, dicendo loro che il proprio seno è un organo che il cancro può mettere nel mirino. Quindi, lo devono conoscere e sapere bene cosa fare per difenderlo. Così come le ragazze sanno bene che dopo il primo rapporto sessuale devono eseguire un Pap test, che a partire dai 25/30 anni ogni anno, per tutta la vita, devono eseguire una visita senologica ed una ecografia. Noi, tra l’altro, consigliamo che ogni anno, a partire dai 40 anni, le donne eseguano una visita senologica, una ecografia e una mammografia. Scopriranno un tumore? Lo scopriranno però in una fase talmente iniziale che guariranno completamente. Questo è il nostro obiettivo, cioè arrivare a cancro per il seno, mortalità zero’. Lo afferma il presidente della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), Francesco Schittulli, raggiunto dalla Dire in occasione della celebrazione di ‘Ottobre, mese della prevenzione del tumore al seno’.

‘Alle nostre ragazze che frequentano gli ultimi due anni di scuola media superiore- prosegue- dovremmo cercare di insegnare l’autoesamel’autopalpazione, cioè far sì che queste giovani donne imparino a toccare il proprio seno. Lo faranno ogni mese, cinque minuti al mese e dopo dieci anni conosceranno perfettamente il proprio seno. Loro stesse potrebbero accorgersi di una differenziazione, di un cambiamento, di una mutazione, di un qualcosa di diverso rispetto ai mesi precedenti e, in questo caso, dovranno rivolgersi al proprio medico’.

LE INIZIATIVE DEL MESE ROSA PER LA PREVENZIONE DEL CANCRO AL SENO

Numerose le iniziative in programma durante il ‘mese rosa’. ‘In questo ottobre 2021- informa Schittulli- abbiamo aperto nuovamente e messo in opera tutti i 397 ambulatori Lilt presenti in Italia. Si tratta di ambulatori che effettueranno visite senologiche gratuite e che, ove fosse necessario, consentiranno di eseguire tutti gli esami strumentali, come ecografie e mammografie. A disposizione delle donne, delle persone che usufruiranno dei nostri ambulatori ci saranno inoltre colleghi medici ma anche volontari e psicologi. Sarà poi distribuito un opuscolo dedicato proprio ai tumori al seno, che spiega come poterli diagnosticare precocemente. Tra l’altro, in questo opuscolo è riportata anche la tecnica dell’autopalpazione da eseguire sin dall’età scolare, un autoesame per prendere confidenza con questo organo’.

Schittulli aggiunge che ‘ci sarà anche un capitolo dedicato ai ragazzi, perché dobbiamo cercare di far comprendere loro l’importanza della vaccinazione nei confronti dell’Hpv, virus che può insidiare la vita stessa dei nostri giovani. Sono dunque previste iniziative territoriali in ogni provincia, in ogni regione e le 106 associazioni provinciali della Lilt effettueranno convegni e incontri proprio per cercare di diffondere la cultura della prevenzione come metodo di vita e, soprattutto, per tentare di prendere nelle nostre mani la vita delle donne, quella vita che è stata trascurata con il lockdown e con la pandemia da Covid-19, che ha inculcato non soltanto paure ma anche terrore e panico nelle donne italiane’.

Il presidente della Lilt sottolinea che ‘le donne hanno una sensibilità particolare rispetto agli uomini. Le donne hanno anteposto la salute e il benessere dei propri figli, dei propri compagni, dei propri mariti al proprio stato di salute. In questi due anni hanno trascurato il fatto di potersi prendere cura di loro stesse, senza sottoporsi a questi controlli, considerando che il cancro al seno riconferma il suo primato in termini assoluti, cioè è il tumore più frequente, poiché ha superato anche le neoplasie maschili’.

L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE PER UNA DIAGNOSI TEMPESTIVA

Schittulli dichiara che ‘se è vero che lo scorso anno, nel 2020, abbiamo stimato circa 55mila nuovi casi di cancro al seno, quest’anno ci avvicineremo ai 60mila, con oltre 58mila nuovi casi di cancro alla mammella. Questo diventa un problema abbastanza serio, legato anche all’attesa, alla lunga lista d’attesa per effettuare lo screening. Uno screening che, peraltro, risulta disomogeneo nell’ambito del nostro paese, perché ci sono alcune regioni che anticipano lo screening a 45 anni e lo posticipano dopo i 70. Viceversa, vi sono ancora alcune regioni che mantengono 50-69 anni ma in questi due anni lo screening non è stato praticato e, quindi, siamo arrivati ad una diagnosi tardiva. E se la diagnosi è in ritardo, i trattamenti diventano più cruenti, più invasivi, le terapie sono più complesse e, nello stesso tempo, viene compromessa la qualità di vita di queste donne e la stessa guaribilità, con una ricaduta anche dal punto di vista sociale ed economico notevole, non soltanto nei confronti del proprio nucleo familiare ma anche della comunità. È paradossale che questo possa accadere’.

QUANTO LA PANDEMIA HA INFLUITO SULLA DIAGNOSI DI TUMORE AL SENO

Ecco, dunque, secondo Schittulli, ‘la necessità di rimboccarsi le maniche per tentare di recuperare il tempo perso in questi due anni. Si parla tanto di ‘pandemia Covid’- dice- ma c’è una ‘pandemia cancro‘: se è vero che in un anno si sono registrati 120mila morti di Covid, e mi permetto sommessamente di dire ‘anche di Covid’, perché non credo ci sia stato un solo caso di morte di influenza rispetto agli anni precedenti, sottolineo che nello stesso periodo abbiamo registrato 180mila morti di cancro. È davvero necessario uniformare il Servizio sanitario nazionale, perché non possiamo assistere a 21 sistemi sanitari regionali differenziati, disomogenei l’uno dall’altro’.

COME PRENOTARE UNA VISITA SENOLOGICA GRATUITA

Nell’ambito del mese della prevenzione del tumore al seno, la Lilt ha inoltre organizzato la ‘Lilt for Women – Campagna Nastro Rosa’, iniziativa che invita tutte le donne a rivolgersi al numero verde SOS Lilt 800 998877 per ricevere informazioni e prenotare una visita senologica gratuita presso il più vicino ambulatorio Lilt aderente. Schittulli ricorda poi che ‘sul nostro sito www.lilt.it vi sono chat dedicate a questo evento e a tutto ciò che riguarda le campagne mediatiche con le quali vogliamo far capire alle nuove generazioni l’importanza di allontanare questa possibilità di sviluppare un cancro. Purtroppo il cancro è una malattia che registra un’incidenza crescente e rispetto alla guaribilità, che per quanto riguarda i tumori al seno si è attestata intorno all’85%, purtroppo a causa del ritardo diagnostico registrato negli ultimi due anni questo trend di guaribilità in salita tende ora, invece, a scendere. Quindi vi saranno, purtroppo, più decessi rispetto agli anni precedenti e tutto questo l’abbiamo messo in rete attraverso la nostra campagna, diversa da quelle che si fanno in questo mese. Mi fa piacere che si facciano più campagne da parte di altre realtà, pur considerando che il tutto è partito con la Lilt, che è stata la primogenita, la pioniera, l’antesignana del ruolo della prevenzione per vincere il cancro, prevenzione che è davvero l’unica arma a nostra disposizione. E quando dico prevenzione mi riferisco a quella primaria, secondaria e terziaria’.

Quella primaria, precisa, ‘è legata al comportamento di vita quotidiano di ognuno di noi, è rappresentata dalla lotta al tabagismo, dalla cancerogenesi ambientale e professionale e dalla corretta alimentazione, perché sappiamo che una errata alimentazione è responsabile del 35% di tutti i tipi di cancro, compreso quello della mammella. La prevenzione primaria è inoltre legata alla regolare attività fisica, mentre l’obesità e il diabete contribuiscono a sviluppare il cancro. Questi elementi sono essenziali ma sono legati al comportamento individuale della persona. Poi abbiamo la diagnosi precoce, cioè la possibilità di poter fare una diagnosi quanto prima possibile. Oggi siamo nelle condizioni di poterlo fare, perché disponiamo di una tecnologia molto più sofisticata, più precisa, più puntuale, più attenta, che ci consente di scoprire in ogni organo, in ogni apparato del nostro corpo, lesioni tumorali che sono proprio all’inizio, cioè quando misurano pochi millimetri. E se scopro un tumore di pochi millimetri, come è il caso per esempio del seno, quel tumore ha un grado di aggressività, un indice di malignità molto basso ed il processo di metastatizzazione, cioè l’eventualità che possa diffondersi in altri organi o apparati, è nullo. Quindi tendo non soltanto a guarire e curare ma a guarire completamente la persona. E guarire la persona significa anche poterle garantire una qualità di vita migliore, tant’è che per quanto riguarda il seno gli interventi diventano sempre più conservativi. Tanto minimali sono questi interventi che la mammella rimane nella sua integrità, il seno rimane nella sua cosmesi, nella sua estetica’. Schittulli invita a non dimenticare che ‘il seno è il simbolo della femminilità, svolge tre nobili funzioni: materna, estetica e sessuale. E dunque, conservare il proprio seno, integro e guarito da questa malattia, dà alla donna un input in più del valore della vita e questo il nostro impegno’.

Il presidente Lilt tiene a precisare che l’Italia, nella cura del tumore al seno, è davvero in buone mani. ‘Stiamo bene perché siamo figli di Umberto Veronesi- rende noto- che è stato il maestro della senologia. Mi onoro di essere stato un suo allievo e un suo amico. Non c’era foglia nel mondo che potesse muoversi in campo senologico se non si ascoltava Umberto Veronesi, il pioniere, l’uomo che ha dedicato la sua vita, soprattutto, alla donna. E chi ha seguito Veronesi ha imparato tutto ciò. Ma al di là di questo, la ricerca, gli studi che stiamo portando avanti in un mondo anche globalizzato ci stanno dando piena ragione sul ruolo efficace della prevenzione e dei trattamenti farmacologici quando il tumore si è già sviluppato ed è già in una fase relativamente avanzata’.

Secondo Schittulli ‘abbiamo un problema sotto due aspetti per quanto riguarda il cancro. Il primo è cercare di scoprire un tumore non soltanto in fase iniziale, ma prima che questo possa manifestarsi. Quindi, bisognerà studiare la mappa genetica della persona e sapendo se una persona è a rischio di sviluppare un cancro si dovrà intervenire prima che questo si manifesti clinicamente. E possiamo farlo perché abbiamo i mezzi a disposizione. Il secondo problema, che dobbiamo cercare di bloccare, è che se io ho sviluppato un cancro e sviluppo poi delle metastasi devo riuscire a bloccare le metastasi e continuare a vivere’. Infine ‘nel nostro paese ci sono quattro milioni di italiani che hanno vissuto l’esperienza cancro ma che vivono tra di noi, continuano la loro attività normalmente, quotidianamente. E per quanto riguarda il cancro al seno, se è vero che lo scorso anno abbiamo registrato 55mila nuovi casi di tumore al seno e che quest’anno supereremo i 58mila casi di cancro al seno, dobbiamo anche dire che abbiamo circa 850mila donne che hanno già avuto il cancro al seno, che hanno già sviluppato queste malattie e che hanno vissuto con queste patologie ma che continuano a vivere tra di noi’, conclude. (Agenzia DIRE)