Palio di Buti: muore cavallo, Lav chiede inchiesta

palio buti

Foto: Germogli, La Nazione

PISA – Si chiamava Golden Dawn, correva per il rione di San Rocco al Palio di Buti (Pisa) ed è la prima vittima del 2016 nell’ambito delle cosiddette manifestazioni storiche e folcloristiche. Per accertare ogni responsabilità, anche penale, rispetto alla morte di questo cavallo, avvenuta due giorni fa nel corso della manifestazione, la LAV ha inoltrato al Procuratore Capo di Pisa istanza per il sequestro del cavallo, con esame autoptico urgente al fine di accertare la causa o le cause del decesso, accertare il suo stato di salute prima del tragico epilogo ed aprire un’inchiesta sulla dinamica dell’incidente.

Secondo quanto riportato da La Nazione “l’animale perdeva già sangue durante la corsa a causa di una emorragia e prima della fine della gara è stramazzato al suolo”, dello stesso tenore commenti e segnalazioni ricevute da alcune persone presenti a bordo pista.

“Premesso che anche in assenza di incidenti, siamo fermamente contrari a manifestazioni che utilizzano animali e per questo ne chiediamo, da sempre, l’abolizione, così come da sempre denunciamo l’estrema pericolosità di pali e giostre organizzate al di fuori degli impianti sportivi ufficialmente autorizzati. Incidenti mortali in questo Palio si sono già verificati ed è intollerabile che questa carneficina continui  – dichiara Nadia Zurlo, responsabile nazionale settore Equidi LAV – Gli elementi di rischio sono diversi: la tipologia dei cavalli utilizzati, spesso “scarti di pista” o cavalli a fine carriera agonistica sportiva, la valutazione sulla loro effettiva idoneità a corse impegnative, le caratteristiche della pista, la mancanza di misure di sicurezza adeguate e spesso la totale inosservanza, da parte dei Comuni organizzatori, dell’Ordinanza del Ministero della Salute a disciplina delle manifestazioni storiche. Nel caso specifico del Palio di Buti, qualora corrispondesse al vero che l’animale aveva un’emorragia, ci chiediamo come mai non sia stata fermata tempestivamente la corsa e si sia dovuto arrivare al decesso in pista del cavallo. Inoltre: quale protocollo è stato applicato dalla commissione veterinaria per verificare l’idoneità degli animali alla corsa?”

In relazione alla tragica morte di questo cavallo, fatto su cui la LAV si riserva ogni ulteriore azione legale contro i responsabili, si potrebbe configurare il reato previsto dall’articolo 544 bis del codice penale, secondo cui “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”, nonché il reato previsto dall’articolo 544 ter del codice penale – “maltrattamento di animali” per cui “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000  euro. (…). La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale”. (Comunicato Stampa)