Migranti: i leader discutono, le persone muoiono

Un'operazione di salvataggio in mare di MSF

Un'operazione di salvataggio in mare di MSF

ROMA – Ieri, una barca che trasportava circa 85 persone si è capovolta al largo delle coste settentrionali di Lesbo provocando la morte di almeno 2 persone, riferiscono Medici Senza Frontiere (MSF) e Greenpeace che da inizio dicembre conducono un’operazione congiunta di salvataggio nell’Egeo e che hanno partecipato al soccorso.

“La barca era sovraccarica e dopo aver iniziato ad affondare nella parte posteriore, si è letteralmente ribaltata su se stessa a causa della quantità di passeggeri”, racconta Kim Clausen, vice coordinatore di progetto di MSF. “Quando siamo arrivati ​​c’erano forti venti con onde alte almeno un metro e le persone erano già in acqua”. Quando le imbarcazioni di soccorso sono arrivate sulla scena, le équipe hanno messo in salvo più persone possibili, distribuendo vari dispositivi di galleggiamento per aiutare chi era ancora nelle acque gelide.

Le 83 persone messe in salvo, la maggior parte irachene, sono state trasferite nelle vicine città di Molyvos e Petra. Molti avevano bisogno di rianimazione o sono stati trattati per ipotermia da MSF nei punti di arrivo. Tre casi medici sono stati indirizzati all’ospedale locale, tra cui un bambino che è ora fuori pericolo. Secondo le testimonianze, almeno 2 persone, un uomo di 80 anni e un bambino di nove mesi sono annegati, ma le équipe temono che il bilancio delle vittime sia più alto.

Mentre i leader europei discutono come fortificare ancora di più i propri confini, i bambini continuano a morire nel Mar Egeo”, dice Aurelie Ponthieu, esperta di MSF per la migrazione. “Un passaggio sicuro attraverso la frontiera terrestre tra la Turchia e la Grecia, oltre all’aumento delle operazioni di ricerca e soccorso nel Mar Egeo, ridurrebbe immediatamente le morti in mare, ma sembra che le autorità europee e greche preferiscano continuare a osservare la scena da lontano, piuttosto che fornire soluzioni concrete a queste tragedie”.

“Con 60 milioni di sfollati, richiedenti asilo e rifugiati  – il numero più alto dalla seconda guerra mondiale a oggi – l’anno che sta per chiudersi sarà purtroppo ricordato soprattutto per l’incapacità dei governi di rispondere in modo adeguato a questa emergenza umanitaria che non può essere affrontata come un problema di sicurezza”, dichiara Loris De Filippi, presidente di MSF Italia.

Servono aiuti urgenti per chi fugge e garanzie di protezione e assistenza nei paesi di arrivo. Da parte nostra, non abbiamo dubbi sulle nostre priorità per il 2016: continueremo ad assistere le popolazioni in fuga nei paesi di provenienza e lungo il loro tragitto e a chiedere all’Unione Europea e ai suoi stati membri di garantire canali di migrazione legali e sicuri e di offrire condizioni di accoglienza dignitose alle frontiere di terra e di mare”, conclude De Filippi.

Alle persone in fuga Medici Senza Frontiere ha dedicato la campagna #Milionidipassi, con un appello all’opinione pubblica e ai governi perché sia ridata umanità al tema delle migrazioni forzate e venga garantito il diritto di tutti ad avere salva la vita. (Comunicato Stampa)