L’Italia solidale dei volontari in un libro

copertina libro auser

ROMA Oltre cento volontari Auser, in rappresentanza dei 46 mila che ogni giorno portano avanti iniziative e progetti solidali, si sono dati appuntamento a Roma  il 20 gennaio in occasione della presentazione  del libro “Il saper fare. Viaggio nell’Italia della solidarietà, le buone pratiche dell’Auser”. Il volume raccoglie  più di 40 fra le migliori esperienze dell’associazione, una fotografia di un paese che attraverso l’azione, la passione  di tanti volontari, non vuole chiudersi in se stesso, non vuole arrendersi.  Il  filo ideale che lega insieme il Piemonte e Termini Imerese in Sicilia,  è l’impegno sul campo di migliaia di donne e uomini di tutte le età e del loro desiderio di partecipare alla vita in modo attivo e al miglioramento della comunità in cui agiscono.

Ben dieci ambiti di attività di questo viaggio nella solidarietà: i beni comuni, l’ambiente, le donne, l’immigrazione, la cultura e l’apprendimento, la solidarietà internazionale, l’aiuto alla persona, il rapporto fra le generazioni, il welfare di comunità, il turismo sociale. Ci sono i 1500 ragazzi delle scuole superiori che  in Piemonte vanno a far visita agli anziani soli a casa o nelle case di riposo; c’è  “l’ambulatorio medico senza confini” di Cosenza, aperto a chiunque non abbia la disponibilità economica per sostenere cure mediche o il diritto di accesso al Servizio sanitario nazionale.  In Toscana hanno raggiunto quota 800 le volontarie coinvolte nelle “Sartorie della Solidarietà”  nate nel 1995 ed attualmente presenti con  54 postazioni tra Firenze, Prato, Pisa, Lucca, Piombino e Livorno. Il loro scopo  principale è quello di finanziare progetti di solidarietà internazionale. A Trani, in Puglia, le volontarie Auser della sartoria solidale insegnano invece a cucire a un gruppo di dieci donne segnalate dal Centro di salute mentale. Sparsi per l’Italia ci sono progetti di integrazione per gli immigrati, corsi di computer per superare l’analfabetismo digitale, servizi di supporto alle donne vittime di violenza, volontari impegnati nella vigilanza di parchi, giardini per bambini, musei e biblioteche e tanto altro ancora. 

“Quello che pubblichiamo è un condensato di esperienze, di forze, di azioni, di fatti che ogni giorno, in una variegata molteplicità di contesti ci dicono che si può fare, si fa. – ha sottolineato il presidente nazionale Enzo Costa – Bisogna dare un senso concreto alla parola solidarietà, dargli valore, passare dal valore di ciò che hai al valore di ciò che sai, sai fare e puoi donare. Il lavoro fatto con la testa (il sapere), con le mani (il saper fare) e con il cuore (la passione che metti nelle cose che fai) può essere la chiave del cambiamento. Siamo convinti – prosegue Costa- che le azioni positive siano replicabili, addirittura contagiose, e poi è fondamentale rispettare ed esaltare il lavoro che migliaia di nostre volontarie e volontari, ogni giorno portano avanti con coraggio, intelligenza e determinazione. Le buone pratiche – ha concluso il presidente Costa- aiutano a riguadagnare il senso del possibile, a saper costruire visioni, a realizzare una comunità operosa. Se si vuole rafforzare la nostra democrazia, migliorare le sue qualità, occorre che ciascuno porti il proprio mattoncino, che ciascuno contrasti le derive della sfiducia e della rassegnazione con la forza delle idee, della proposta, della partecipazione, della responsabilità”. (Redattore Sociale)