Le volontarie della bellezza nella casa di riposo: trucco e manicure per piacersi

anziani

BOLOGNA – Allestire un ‘centro estetico’ in una casa di riposo. È quello che fanno, da 16 anni, le volontarie dell’Auser di Bologna che portano avanti il progetto “Tra pelle e cuore”. In cosa consiste?  Lo spiega a Redattore Sociale Lia Ancilla Brusa, referente del progetto. “Una volta alla settimana andiamo all’Asp Giovanni XXIII, nei reparti e nel centro diurno, e organizziamo il ‘salone di bellezza’ – racconta – Mettiamo la cuffietta alle signore, facciamo loro la pulizia del viso, una maschera, poi la crema e per chi lo vuole un po’ di trucco. È un modo per ridare un po’ di autostima a queste signore, strappare loro un sorriso”. Ma non sono solo le signore ospiti della casa di riposo ad aspettare il giovedì, quando le volontarie arrivano per la seduta settimanale di cure estetiche. Anche gli uomini sono interessati. “Quando arriviamo c’è sempre un signore simpaticissimo che ci viene incontro, dicendo ‘mi fai bello?’ E ci chiede di fargli la barba – continua la referente – Ci tengono molto, vogliono guardarsi allo specchio”. Oltre a far sentire meno soli gli anziani e aumentare le relazioni sociali, infatti, obiettivo del progetto è migliorare la cura di sé.

Il progetto “Tra pelle e cuore” nasce nel 1999 su iniziativa di un gruppo di volontarie dell’Auser di Bologna ed è accompagnato da una convenzione tra Auser Bologna e Asp Giovanni XXIII, che mette a disposizione gli spazi e fornisce creme e prodotti per il trucco. Da allora, una volta alla settimana, le volontarie si prendono cura di anziani soli o malati di demenza o Alzheimer, prestando loro cure estetiche. Ma le sedute sono anche un’occasione per trascorrere alcune ore insieme ai pazienti chiacchierando, aiutandoli a prendersi cura del proprio aspetto, a recuperare il senso di sé e del valore della propria persona. “Il nostro è anche un intervento curativo, perché mentre facciamo la pulizia del viso parliamo con loro, le ascoltiamo”, dice Lia Ancilla Brusa. Nei reparti della struttura sanitaria residenziale e nel centro diurno le volontarie si occupano di una quarantina di persone anziane, per una totale di circa 1.000 presenze all’anno. “Portiamo sempre qualcosa agli ospiti, ma loro sono felici anche per un cioccolatino”. Con il tempo il gruppo di volontarie si è ridotto, per motivi di salute e impegni familiari, “e i giovani non sono tanto interessati”. Per questo Lia Ancilla Brusa, fa un appello per trovare nuove volontarie disposte a dedicare un po’ del loro tempo a queste persone: “Sono piccole cose, ma il sorriso e l’abbraccio che riceviamo in cambio ripagano molto”, conclude.

Il progetto è una delle buone pratiche raccolte nel volume “Il saper fare, viaggio nell’Italia della solidarietà, le buone pratiche dell’Auser” che sarà presentato il 20 gennaio a Roma presso la Cgil nazionale (sala Di Vittorio) in un incontro in cui saranno gli stessi volontari a raccontare la loro esperienza. (Redattore Sociale)