La Lombardia vieta il burqa nelle strutture pubbliche

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MILANO – Negli ospedali e nelle strutture pubbliche della Regione Lombardia è vietato entrare con “caschi protettivi o qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona”. È quanto ha deciso oggi la Giunta Maroni con una delibera già ribattezzata come anti burga e niqab, pur non essendo espressamente citati nel testo. “I gravi episodi di terrorismo che si sono verificati nelle ultime settimane ci hanno indotto a rafforzare le misure di sicurezza -spiega Simona Bordonali, assessore alla Sicurezza, che ha presentato la delibera-. La Regione Lombardia si muove in anticipo rispetto al governo italiano e interviene per quanto di propria competenza per garantire la sicurezza di dipendenti, operatori e visitatori esterni”.

In particolare nelle premesse alla delibera, la Giunta Regionale scrive che “nel nostro Paese, molte aree soggette a possibile attacco sono individuabili anche all’interno del territorio lombardo: tra queste, le strutture pubbliche regionali, relativamente alle quali occorre elevare gli standard di sicurezza interni, onde fornire maggiori garanzie ai dipendenti, agli operatori e agli utenti esterni”. Secondo gli assessori lombardi, che all’unanimità hanno votato la delibera, è necessario pertanto “assicurare massima efficacia ai controlli, prevedendo, quindi, l’attuazione di misure idonee a precludere la possibilità, per chi accede e permane all’interno degli edifici in questione, di occultare, in vario modo, i propri connotati fisici e di celare la propria identità; le tradizioni o i costumi religiosi non possono rappresentare giustificati motivi di eccezione ai sensi dell’art 5 della legge 152/1975 rispetto alle esigenze di sicurezza all’Interno delle strutture regionali”. (Redattore Sociale)

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