Inés dell’anima mia, Allende: «Oggi sarebbe considerata una tradizionalista»

Foto: Ufficio Stampa Mediaset

Venerdì 30 luglio, in prima serata su Canale 5 debutta «Inés dell’anima mia», serie in prima visione assoluta tratta dall’omonimo bestseller tradotto in 30 lingue di Isabel Allende.

«Oggi sarebbe considerata una tradizionalista», spiega Allende pensando a Inés Suárez, prima donna spagnola a mettere piede in Cile e che ne ha partecipato attivamente a fondazione e governo. Un personaggio storico da non idealizzare, certo, ma la cui storia ha abbattuto barriere impensabili per tutte le donne del suo tempo.

«Pensate a quello che ha fatto e quando: ha attraversato il mondo e vissuto come nessun’altra. Dopo di lei, in molte hanno dato la propria vita per raggiungere traguardi importanti». Per questo è importante recuperare queste storie di donne che, ricorda Allende, «ci hanno passato il testimone».

Il lavoro documentaristico, nel caso di Inés – protagonista di Inés dell’anima mia – è stato difficile: «C’è molto poco, di scritto, su di lei. Gli storici, cileni e spagnoli, l’hanno praticamente ignorata. Quello che si sa arriva dal processo dell’Inquisizione contro Pedro de Valdivia e dalle accuse mosse contro Inés, nate dalla gelosia di altri capitani, che la vedevano più potente e fortunata di loro, che invece sperperarono tutto».

Tali accuse, e alcuni documenti di vendita e acquisto che aveva firmato, hanno fornito all’autrice la traccia per scriverne: «Non è difficile immaginare il carattere che doveva avere, per essere riuscita a fare tutto questo. Ha vissuto fino a 90 anni, in un’epoca in cui l’aspettativa di vita era di 30. Doveva essere molto forte, molto sana, molto resistente. E molto coraggiosa».

«Abbiamo vissuto per millenni nel patriarcato, in cui una mascolinità tossica ha controllato sempre tutto. Un sistema di oppressione, contro chiunque non sia al potere. Anche contro altri uomini. Ma soprattutto contro le donne. Si tratta di un gioco folle, che porta alla guerra, alla distruzione, alla contaminazione del Pianeta», prosegue Allende.

La violenza è un valore patriarcale da sostituire, processo nel quale anche gli uomini sono chiamati a fare la loro parte, sostenendo il femminismo: «Abbiamo tutti molto da guadagnare da questo cambiamento. Ma c’è ancora molto da fare perché i diritti duramente conquistati dalle donne, non si perdano in un istante». (Ufficio Stampa Mediaset)