Con “Ali e Vento” la forza di essere liberi e credere nei sogni
“Volare sopra un sogno attraverso il respiro”. Un viaggio dal carattere poetico e, nello stesso tempo, evocativo, attraverso il quale il protagonista riscopre la sua essenza. Un discorso intimista, forte, coraggioso, tra follia e libertà, un ritrovarsi e la speranza che non deve mai arrendersi. “Ali e Vento” è l’opera di Martina Greggi, pubblicata nella collana “I Diamanti della Narrativa” dell’Aletti editore. Un flusso di pensieri espressi attraverso la scrittura, che riesce a tirar fuori emozioni a volte trattenute. «Ali e Vento – spiega l’autrice che vive a Guidonia Montecelio (in provincia di Roma) – significa mettere le ali ad un sogno perché vola più in alto. Ho imparato a respirare attraverso il vento, come elemento capace di toccare con mani invisibili».
L’opera nasce come una raccolta di poesia. «Poi – racconta la stessa autrice – nel corso della scrittura e del tempo, quasi all’ultimo, ho cambiato tutto. Ho unito poesia e prosa, romanzo e flussi di pensieri, fantasia e verità attraverso due entità che sono un viaggio per ritrovarsi». E’ diventata, così, una poesia romanzata. Leòn, durante una passeggiata solitaria in un pomeriggio d’inverno in riva al mare, fa la conoscenza di una Piccola Anima, impara a conoscere il Vento. Stupito e sorpreso da una voce che gli cambierà il cuore e lo accompagnerà in un viaggio bellissimo, dove mare e montagne, acqua, cielo e luna sono il sottofondo di un ritrovarsi. Un percorso interiore profondo, dove scrittura, immagini, pensieri, a cui spesso Leòn si lascia andare, sono la pace ritrovata. Cosa impediva a Leòn di sognare o crederci ancora? “Ecco cosa era Leòn – si legge nel libro -. Un incontro tra la realtà e una voce nel vento”.
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E questo è il messaggio più importante che l’autrice vuole trasmettere al lettore. «Non sprecare mai un sogno ed essere liberi da qualunque schema imposto, dai numeri e da chi usa le fragilità altrui come armi per colpire. Liberi di essere noi!». Questo avviene attraverso la scrittura, che per Martina Greggi è «un sogno da sempre e per sempre». «Ogni emozione è inchiostro che scivola ovunque. È respiro. È l’emozione che prende voce, che altrimenti non avrebbe. Non c’è altro al mondo che vorrei fare e che mi fa essere me».
Le emozioni sono palpabili pagina dopo pagina, grazie alla forza delle parole. «La realtà incide profondamente nella scrittura. La scrittura la trasforma, la divide dal sogno cercando di renderla il sogno stesso, attraverso un’esigenza naturale che è appunto scrivere. La realtà entra nella scrittura, come sfogo per reagire e come emozione per respirare ed essere liberi».
L’opera è una continua ricerca di se stessi, un viaggio che diventa analisi interiore per divenire consapevoli della propria anima, della bellezza, della forza, ma anche delle proprie debolezze. Perché il dolore si deve attraversare per essere superato. Con Leòn non si smette mai di credere nel domani e nei sogni. Ma, soprattutto, nella libertà di essere chi si vuole essere. Ed è per questo che “libero” lo troviamo scritto, come altre parole, anche a lettere maiuscole. Quasi a rafforzare un concetto che non deve mai essere dimenticato.