Caro energia, i commercianti mettono le bollette in vetrina

foto da pixabay.com

I prezzi dell’energia continuano a salire e i commercianti decidono di mettere le bollette in vetrina per spiegare ai consumatori il perché dei rincari dei beni in vendita. “L’impennata costante dei costi energetici si sta abbattendo sulle imprese e va ad aggiungersi agli aumenti di tutte le materie prime, mettendo a rischio la prosecuzione delle attività dei pubblici esercizi”, che a questo punto vengono invitati “a mettere le ‘Bollette in vetrina‘ per informare i cittadini sulle difficoltà che le nostre imprese continuano a vivere dopo oltre due anni di misure restrittive dovute alla pandemia”. A dirlo, rilanciando l’allarme sul caro bollette già espresso a più riprese dalla Confcommercio emiliano-romagnola e dalle sue sigle, è il presidente di Fipe-Confcommercio della provincia di Rimini, Gaetano Callà.

Nel giro di un anno, evidenzia Callà, “i costi sono triplicati, e ci sono chiare prospettive di un ulteriore peggioramento, con conseguenze gravissime per il tessuto economico e sociale del Paese”. Ad aggravare la situazione, chiosa, c’è il fatto che “come pubblici esercizi che stanno vivendo sulla propria pelle questi rincari esponenziali da mesi lanciamo il nostro grido d’allarme, ma le decisioni prese fin qui dalle istituzioni non stanno portando i risultati sperati”. Questo, afferma il numero uno della Fipe riminese, da un lato comporta “il rischio chiusura per molte piccole imprese”, e dall’altro quello che “bar, ristoranti, pub debbano aggiustare al rialzo i listini per far fronte agli aumenti delle bollette”.

Vista la situazione, Callà esorta gli esercenti ad esporre le bollette sulle proprie vetrine, per dar vita ad “una grande operazione di trasparenza e mostrare in quale situazione drammatica le imprese sono costrette ad operare”. Nei prossimi giorni, dunque, i gestori dei pubblici esercizi di Fipe-Confcommercio “riceveranno una cornice per appendere nei propri locali le bollette ‘monstre’, triplicate rispetto a un anno fa”. A questo punto, dichiara il presidente riminese dell’associazione, tocca all’esecutivo fare qualcosa, perché “se il Governo non interviene o si agisce sui listini, o si sospende l’attività. Non chiediamo rimborsi, ma un credito d’imposta sugli aumenti energetici e un tetto al costo dell’energia, altrimenti non è possibile lavorare”.

CARO ENERGIA, CONFCOMMERCIO MARCHE: EMERGENZA DRAMMATICA

A lanciare l’allarme è anche il direttore generale di Confcommercio Marche e Marche Centrali Massimiliano Polacco, che ieri in conferenza stampa, ha denunciato le difficoltà delle imprese marchigiane, in particolare nel settore alberghiero e in quello della ristorazione, alle prese con il caro energia. “Siamo di fronte ad un’emergenza drammatica con le imprese che si trovano a dover pagare le bollette da tre a cinque volte in più rispetto ad un anno fa”, ha dichiarato. Secondo Confcommercio a causa del rincaro dei costi di luce e gas nelle Marche sono a rischio, da oggi ai primi sei mesi del 2023, 6mila imprese e 18.500 posti di lavoro nel settore terziario.

Servono risposte immediate per tagliare il costo dell’energia altrimenti si rischia di mandare in fumo una ripresa economica che era in atto- ha aggiunto Polacco- Bisogna agire subito in sede europea sul cosiddetto ‘energy ricover fund’ puntando a fissare un tetto al prezzo del gas e alla revisione delle regole e dei meccanismi di formazione del prezzo dell’elettricità”.

L’associazione di categoria ha lanciato una mobilitazione anche nelle Marche con la campagna ‘Bollette in vetrina’ per informare i consumatori e i cittadini sulla situazione di difficoltà che le imprese continuano a vivere tra pandemia, caro energia ed inflazione: tutti gli imprenditori sono invitati ad esporre sulle vetrine dei locali un cartello, predisposto dall’associazione di categoria, con i costi dell’ultima bolletta di luce e gas e quelle relative allo stesso periodo 2021.

Secondo un’elaborazione dei dati dell’Ufficio studi della Confcommercio infatti il costo delle utenze luce e gas nel mese di luglio per un albergo 4 stelle con 108 camere passa dai 7.781 euro del 2020 agli 11.328 del 2021 fino ai 30.592 del 2022 (+393% sul 2020 e +270% rispetto all’anno scorso) mentre per un ristorante si passa dai 2.149 euro del 2020 ai 3.641 euro dell’anno scorso fino agli attuali 8.633 (+401% sul 2020 e +237% sul 2021) ed infine per un negozio dai 519 euro di due anni fa agli 843 euro di dodici mesi fa fino ai 1.483 euro attuali (+285% e +175%). “Dobbiamo rendere più inclusivi i crediti di imposta fruibili anche da parte di non ‘energivori’ e non ‘gasivori’- ha concluso Polacco- Con la nostra iniziativa ‘Bollette in vetrina’ vogliamo dare visibilità alla situazione in cui riversano le imprese e fare da megafono al grido d’allarme sul caro-energia e alle richieste imprescindibili per dare sostegno al sistema. Molte aziende alberghiere mi hanno già detto: ‘noi non apriamo’ a causa degli alti costi energetici”. (Agenzia DIRE)