Carcere, nasce ludoteca per figli dei detenuti a Sollicciano

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FIRENZE – Nel carcere fiorentino di Sollicciano nasce una ludoteca e uno sportello di ascolto. La ludoteca, gestita da Telefono Azzurro, è una grande stanza piena di giochi e illustrazioni dove potranno divertirsi i figli dei detenuti, che vengono a Sollicciano a trovare i propri genitori. Si tratta di uno spazio accogliente con le pareti celesti che evocano il cielo, dipinte da alcuni detenuti, con raffigurazioni di alberi, fate, fiori e animali.

“E’ un luogo – spiega Sylke Stegeman, responsabile del progetto – che serve per attenuare l’impatto con il contesto carcerario ai figli dei detenuti”. Dentro la stanza, dove i volontari del carcere terranno occupati i bambini attraverso attività ludico creative, ci sono libri, piccoli tavolini e sedie, tastiere musicali, peluche e divanetti. In questo luogo, denominato Foresta magica, i figli attenderanno i propri genitori detenuti, prima di poterli incontrare nel Giardino degli Incontri (area dei colloqui) ma in futuro gli incontri tra detenuti e figli potrebbero avvenire direttamente dentro la ludoteca.

Insieme alla ludoteca, è stato inaugurato anche uno sportello di ascolto, un nuovo servizio, unico nel suo genere in Italia e gestito dalla cooperativa Insieme, per la popolazione detenuta e i suoi familiari. Tutti i detenuti, e tutti i loro familiari, potranno trovare negli psicologi dello sportello, tutti i giorni tranne la domenica e il lunedì, un aiuto e un sostegno per la genitorialità e le relazioni familiari. Il servizio mira alla valorizzazione e al potenziamento delle competenze genitoriali dei detenuti. Su questo progetto, importante è stato il sostegno economico dell’assessorato alle politiche sociali della Regione Toscana, pari a 35 mila euro. Presente all’inaugurazione anche l’assessore Stefania Saccardi: “Sono progetti importanti perché non è affatto banale, per un bambino con un genitore detenuto, capire il mondo del carcere”. All’inaugurazione dei due nuovi spazi anche la direttrice de carcere Marta Costantino: “Il carcere è il posto più brutto del mondo e vedere luoghi come questi è un tentativo di rendere il carcere un luogo meno brutto”. (Agenzia Redattore Sociale)