Brasile, arsenico e mercurio nel Rio Doce

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BRASILE – Livelli di arsenico oltre 10 volte superiori ai limiti di legge. È quanto hanno rilevato gli esperti dell’Istituto per la gestione dell’acqua in sette diversi tratti del percorso del Rio Doce, dopo la rottura di due dighe di una miniera di ferro nello Stato sudorientale di Minas Gerais, avvenuta il 5 novembre, generando uno dei più gravi disastri ambientali della storia del Brasile.

Secondo quanto riporta l’agenzia Misna, nelle acque del fiume Doce, che si estende per 800 chilometri dallo stato minerario fino a quello di Esprito Santo, sulla costa dell’Atlantico, sono state riscontrate anche tracce preoccupanti di mercurio.

L’incidente ha provocato la morte di almeno 13 persone, lo sfollamento di decine di famiglie e inondazioni di fango tossico, residuo dell’estrazione del ferro, che hanno spazzato il piccolo villaggio di Bento Rodrigues e gravemente danneggiato altri sei centri, espandendosi in altri due Stati.

La miniera responsabile del disastro ambientale appartiene alla società mineraria Samarco, decimo esportatore brasiliano, proprietà in parti uguali del colosso nazionale Vale e del gigante anglo-australiano Bhp Billiton, che si è vista paralizzare le attività nel Minas Gerais e ha accettato di pagare, sinora, un minimo di un miliardo di reais (262 milioni di dollari) per i danni causati.

Redazione

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