Autismo, la Rai cerca storie “a lieto fine” per il 2 aprile. E scatta la polemica

legge su autismo

ROMA – La Rai cerca storie di autismo per il 2 aprile: ma rigorosamente a lieto fine.Mancano ancora diversi mesi, ma l’emittente si sta preparando per la Giornata “blu”, in cui l’autismo sarà “celebrato” attraverso trasmissioni, dibattiti e una programmazione a tema degna della ricorrenza. E per organizzare questa serata, si è affidata alla Federazione italiana autismo, nata il 2 aprile scorso per iniziativa sopratuttto di Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione. Ma servono storie, per dare concretezza e anima al racconto televisivo, che riempirà le trasmissioni Rai per tutta la settimana. Ma sarà soprattutto la giornata del 2 aprile a dedicare uno spaccato alle famiglie e alle loro storie di “autismo quotidiano”. Così, anche le associazioni si stanno attivando, per rispondere alla chiamata della Rai e della Fia. In particolare l’Angsa, una delle principali in tema di autismo: che nei giorni scorsi ha diramato alle famiglie un comunicato della presidente, Marialba Corona, in cui anticipa qualche dettaglio sulle trasmissioni “blu” della Rai: “Quest’anno – si legge, innanzitutto – la giornata del 2 aprile sarà organizzata sul modello Telethon con la Rai. Questa raccolta andrà a favore della ricerca.
Sono stati attivati i canali con la direzione generale Rai e tutti i vari responsabili per occupare efficacemente la settimana che precede il 2 aprile con interventi all’interno della loro normale programmazione”.

In particolare, però, “all’interno dei programmi della giornata di sabato saranno previsti spazi per lanciare storie di casi di autismo che devono richiamare un interesse generale e per specifica richiesta Rai devono essere casi positivi di una buona prassi, di un successo, di un buon esempio, di buona gestione o di buona amministrazione. La Rai valuterà i casi che verranno sottoposti e sceglierà quelli che poi dovrà filmare per lanciarli sui programmi”. Segue quindi l’appello di Angsa alle famiglie, affinché facciano pervenire in tempo utile le loro proposte: ma, rimarca la presidente, “per espressa richiesta della Rai queste pillole devono lasciare il messaggio positivo di quanto sia possibile fare e di quanto si possa ottenere”.

Una scelta, questa della Rai, che non sembra piacere a tutti: sopratutto il giornalista Gianluca Nicoletti ha aspramente criticato, sul portale Pernoiautistici, l’indicazione partita dalla Rai e veicolata dall’Angsa: “partendo dal presupposto che il nostro sia un Paese ancora molto arretrato nel considerare questo problema, ritengo che sia necessario mostrare dell’autismo gli aspetti problematici e paradossali, non fare il solito santino ‘tuttovabenesignoralamarches’, a beneficio delle belle damine della Rai. L’Angsa vuole fare passare in Rai il messaggio che essere autistici in Italia è una gran figata?”.

Puntuale è arrivata la replica dell’Angsa: “La comunicazione è stata decisa da Angsa nazionale e dalla Rai: non si parla di autistici felici ma di buone prassi. Vogliamo che passi il messaggio che non siamo ‘sfigati’, ma che bisogna lavorare sodo per ottenere miglioramenti e soprattutto bisogna farli vedere”. Intanto il dibattito in rete si è acceso e c’è da immaginare che proseguirà vivace per un bel po’ di tempo. (Redattore Sociale)