Yemen, 15 ong denunciano il blocco dei porti da parte di Riad

ROMA – L’Arabia Saudita, che guida una Coalizione di oltre 40 Paesi nella guerra in Yemen, ha deciso di chiudere temporaneamente tutte le vie d’accesso terrestri, dello spazio aereo e dei porti al Paese, provocando la forte protesta di 15 organizzazioni solidali internazionali che denunciano la presenza di 21 milioni di persone “in forte bisogno di aiuto”, molte delle quali colpite da una grave epidemia di malaria.

Tra queste – insieme ad Oxfam e al Danish refugee council – anche Save the Children che in una nota, chiede che “le operazioni umanitarie possano riprendere immediatamente e domandano chiarezza sulla durata prevista dell’attuale blocco e sulle possibilita’ di inviare aiuti umanitari nel Paese”.

Dalla Coalizione infatti non e’ giunto “alcun chiarimento” su tali punti, mentre la decisione e’ stata motivata “con la volonta’ di affrontare i casi di vulnerabilita’ nel corso del processo di ispezione, consentendo allo stesso tempo l’ingresso e l’uscita di aiuti e personale umanitario”.

L’ong dei bambini denuncia che in meno di 24 ore il blocco “ha portato alle stelle i prezzi del carburante in alcuni governatorati, con aumenti del 60 per cento e la corsa all’accaparramento”. Impedito inoltre l’ingresso “di cure mediche salva-vita urgenti, con effetti potenziali su centinaia di migliaia di persone”. Infine, secondo Save the children la misura “ridurra’ notevolmente la quantita’ di cibo, con 1.200 tonnellate di aiuti alimentari e medicinali delle Nazioni Unite che hanno gia’ subito forti ritardi nel percorso da Gibuti allo Yemen. Qualsiasi riduzione delle importazioni e l’aumento dei prezzi alimentari, inoltre, aggravano di conseguenza la grave crisi alimentare e la diffusa malnutrizione infantile”.

Tamer Kirolas, direttore di Save the children in Yemen, osserva: “Milioni di bambini in Yemen sono ancora vivi grazie agli aiuti alimentari e ai medicinali che sono entrati nel Paese attraverso i porti. Finora e’ stato gia’ molto difficile consentire l’ingresso degli aiuti, considerato che per anni siamo stati costretti a utilizzare vie d’accesso lunghe e impervie. Ma se i punti di accesso verranno chiusi completamente, anche solo per una settimana, ci troveremo di fronte a un vero e proprio disastro, a uno scenario da incubo e milioni di bambini perderanno la vita. È dunque quanto mai fondamentale che tutti i blocchi vengano rimossi e che gli operatori umanitari e gli aiuti essenziali come cibo, medicine e carburante possano entrare in Yemen liberamente e senza ritardi”. (DIRE)